Dalla convocazione degli Stati Generali alla redazione di una
proposta sistematica per contrastare la crisi generale del comparto
economico italiano che sta oltremodo penalizzando il settore delle
costruzioni con la perdita di migliaia di posti di lavoro e lo
stallo di un settore trainante per la ripresa del Paese.
L'Ance, riconoscendo l'apertura del Governo verso le esigenze del
settore edile, ha recentemente reso disponibile un documento che
illustra le azioni messe in campo negli ultimi tre mesi per
contrastare la crisi economico-finanziaria in atto. In particolare,
l'Ance ha evidenziato come sin dai primi segnali di crisi ha
cercato di sensibilizzare (invano) il Governo verso un programma
che rilanciasse le opere medio-piccole e che, adeguatamente
finanziato, potesse effettivamente garantire un effetto reale e
positivo sull`economia nazionale in termini di reddito e
occupazione.
A tal scopo e con l'intenzione di fornire un base di partenza per
ragionare su un piano strutturale effettivo di contrasto alla crisi
che nel contempo stava mostrando i suoi primi effetti, è stato
inviato al Governo un elenco di opere medio-piccole, scelte in base
alla loro capacità di risolvere problemi alla collettività e
all'efficienza del territorio e dotate di un livello di
progettazione in grado di garantire la loro cantierizzazione in un
periodo non superiore ai sei mesi, sollecitando un chiarimento
circa le reali disponibilità finanziarie. Nonostante il Governo
abbia dimostrato aperura verso le esigenze del settore edili, ha
rimandato qualsiasi decisione in merito alla prossima riunione del
Cipe.
Come sostenuto nel suo documento, l'Ance ha evidenziato come tutti
gli osservatori, nazionali ed internazionali, abbiano ribadito il
ruolo anticiclico che possono svolgere gli investimenti
infrastrutturali per la loro capacità di sostenere il reddito e
l'occupazione, al fine di contrastare la crisi.
Il Governo ha dichiarato un piano strutturale da 16,6 miliardi di
euro, ma l'Ance ha evidenziato come tale dato nasconda un realtà
profondamente diversa, in quanto circa 3,7 miliardi riguardano
spese correnti e di gestione (acquisto di treni, contratti di
servizio Stato-Regioni, privatizzazione Tirrenia, …) e pertanto non
saranno destinati alle infrastrutture; altri 7 miliardi sono
risorse private provenienti dalle concessioni autostradali e
destinate alla realizzazione di grandi progetti (non si tratta
dunque di risorse pubbliche).
La reale disponibilità in termini di risorse pubbliche
effettivamente destinate alle infrastrutture si riduce quindi a
soli 6 miliardi dei quali:
- 2,3 miliardi destinati alla prosecuzione delle grandi opere
della Legge Obiettivo: sono queste in realtà le uniche risorse
aggiuntive effettivamente messe a disposizione dal Governo con il
decreto legge "anticrisi" (185/08), che , tuttavia, potranno
trasformarsi in cantieri solo in tempi medio-lunghi e che quindi
non avranno nessun impatto anticongiunturale;
- 3,7 miliardi di euro che potrebbero essere destinati ad un
programma di investimenti infrastrutturali ma che non solo non
rappresentano risorse aggiuntive (in quanto queste risorse
provengono dalla riprogrammazone FAS - Fondo per le Aree
Sottoutilizzate) ma risultano anche decisamente ridotti rispetto ai
4,8 miliardi del Fas stanziati a fine 2007 e revocati dalla manovra
d'estate (DL 112/2008) del Governo.
Da qui l'Ance ha richiesto, come passo concreto del Governo, che
una quota rilevante dei 3,7 miliardi di euro sia destinata alle
opere medio-piccole immediatamente cantierabili, in modo da
generare un effetto positivo in termini occupazionali con la
creazione di 85.000 posti di lavoro (considerando che ad ogni
miliardo di euro destinato a nuovi investimenti infrastrutturali si
generano circa 23.000 occupati). In questo modo si consentirebbe di
ridurre di circa un terzo il calo complessivo dell'occupazione nel
settore delle costruzioni stimato per il 2009 in 250.000 posti.
Nonostante l'impegno dell'Ance, ad oggi il Governo non è
intervenuto rimandando alla prossima riunione del Cipe le decisioni
in merito al programma di opere medio-piccol.
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