OPERE MEDIO-PICCOLE IMMEDIATAMENTE CANTIERABILI PER CONTRASTARE LA CRISI E MODERNIZZARE IL TERRITORIO

20/02/2009

Dalla convocazione degli Stati Generali alla redazione di una proposta sistematica per contrastare la crisi generale del comparto economico italiano che sta oltremodo penalizzando il settore delle costruzioni con la perdita di migliaia di posti di lavoro e lo stallo di un settore trainante per la ripresa del Paese.
L'Ance, riconoscendo l'apertura del Governo verso le esigenze del settore edile, ha recentemente reso disponibile un documento che illustra le azioni messe in campo negli ultimi tre mesi per contrastare la crisi economico-finanziaria in atto. In particolare, l'Ance ha evidenziato come sin dai primi segnali di crisi ha cercato di sensibilizzare (invano) il Governo verso un programma che rilanciasse le opere medio-piccole e che, adeguatamente finanziato, potesse effettivamente garantire un effetto reale e positivo sull`economia nazionale in termini di reddito e occupazione.

A tal scopo e con l'intenzione di fornire un base di partenza per ragionare su un piano strutturale effettivo di contrasto alla crisi che nel contempo stava mostrando i suoi primi effetti, è stato inviato al Governo un elenco di opere medio-piccole, scelte in base alla loro capacità di risolvere problemi alla collettività e all'efficienza del territorio e dotate di un livello di progettazione in grado di garantire la loro cantierizzazione in un periodo non superiore ai sei mesi, sollecitando un chiarimento circa le reali disponibilità finanziarie. Nonostante il Governo abbia dimostrato aperura verso le esigenze del settore edili, ha rimandato qualsiasi decisione in merito alla prossima riunione del Cipe.

Come sostenuto nel suo documento, l'Ance ha evidenziato come tutti gli osservatori, nazionali ed internazionali, abbiano ribadito il ruolo anticiclico che possono svolgere gli investimenti infrastrutturali per la loro capacità di sostenere il reddito e l'occupazione, al fine di contrastare la crisi.

Il Governo ha dichiarato un piano strutturale da 16,6 miliardi di euro, ma l'Ance ha evidenziato come tale dato nasconda un realtà profondamente diversa, in quanto circa 3,7 miliardi riguardano spese correnti e di gestione (acquisto di treni, contratti di servizio Stato-Regioni, privatizzazione Tirrenia, …) e pertanto non saranno destinati alle infrastrutture; altri 7 miliardi sono risorse private provenienti dalle concessioni autostradali e destinate alla realizzazione di grandi progetti (non si tratta dunque di risorse pubbliche).

La reale disponibilità in termini di risorse pubbliche effettivamente destinate alle infrastrutture si riduce quindi a soli 6 miliardi dei quali:
  • 2,3 miliardi destinati alla prosecuzione delle grandi opere della Legge Obiettivo: sono queste in realtà le uniche risorse aggiuntive effettivamente messe a disposizione dal Governo con il decreto legge "anticrisi" (185/08), che , tuttavia, potranno trasformarsi in cantieri solo in tempi medio-lunghi e che quindi non avranno nessun impatto anticongiunturale;
  • 3,7 miliardi di euro che potrebbero essere destinati ad un programma di investimenti infrastrutturali ma che non solo non rappresentano risorse aggiuntive (in quanto queste risorse provengono dalla riprogrammazone FAS - Fondo per le Aree Sottoutilizzate) ma risultano anche decisamente ridotti rispetto ai 4,8 miliardi del Fas stanziati a fine 2007 e revocati dalla manovra d'estate (DL 112/2008) del Governo.
Da qui l'Ance ha richiesto, come passo concreto del Governo, che una quota rilevante dei 3,7 miliardi di euro sia destinata alle opere medio-piccole immediatamente cantierabili, in modo da generare un effetto positivo in termini occupazionali con la creazione di 85.000 posti di lavoro (considerando che ad ogni miliardo di euro destinato a nuovi investimenti infrastrutturali si generano circa 23.000 occupati). In questo modo si consentirebbe di ridurre di circa un terzo il calo complessivo dell'occupazione nel settore delle costruzioni stimato per il 2009 in 250.000 posti.

Nonostante l'impegno dell'Ance, ad oggi il Governo non è intervenuto rimandando alla prossima riunione del Cipe le decisioni in merito al programma di opere medio-piccol.



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