L'architetto
Ugo Sasso ha perso la vita il 9 gennaio 2009 in
Venezuela, travolto dalla corrente marina, mentre faceva il bagno
nell'isola di Margarita, durante una breve tappa naturalistica del
viaggio verso Berkley, dove lo aspettava lo scienziato Fritjof
Capra, da sempre punto di riferimento della sua opera.
Ugo Sasso, bioarchitetto nel significato del termine che lui
stesso aveva contribuito a definire, fonda nel 1991 a Bolzano
l'Istituto Nazionale di Bioarchitettura. Allora in Italia la parola
"ecologia" era quasi sconosciuta dall'opinione pubblica ma già da
qualche anno lui trascinava un pugno di presunti architetti
visionari nel Nord dell'Europa a vedere come bisognava costruire
per rispettare l'uomo e l'ambiente.
Nato ad Asmara nel 1947, cresciuto in Veneto, laureatosi nel 1971
con Carlo Scarpa, Sasso ha collaborato con i grandi della
progettazione ecologica (Kroll, Krusche, Kier), direttore
scientifico della "Rivista di bioarchitettura", ha tenuto corsi e
master in numerose università italiane, ha realizzato a Bolzano nel
1994 il primo condominio ecologico italiano finanziato con soldi
pubblici.
Nel vasto panorama internazionale della bioarchitettura
Ugo
Sasso ha portato un concetto originale tutto italiano, quello
che il progetto ecologico non deve esaurirsi nell'edificio
eco-sostenibile, ma deve avere al centro l'uomo, la qualità sociale
del vivere della persona che vi andrà ad abitare, la sua
l'appartenenza al luogo geografico e sociale, la salvaguardia del
suo mondo di relazioni stratificatosi attraverso il tempo nelle
città e nei paesi.
"Per comprendere tutto ciò - diceva -
occorre
dimenticare la "casa-macchina per abitare di Le Courbusier" e
pensare ai quartieri storici delle città italiane, ai piccoli paesi
con case magari vecchie, dove però la comunità vive
serenamente."
Ugo Sasso ha consegnato la sua filosofia del vivere e del
progettare un'eco-architettura a misura d'uomo, che sia molto più
del costruire in modo ecocompatibile e biosostenibile, ad un'intera
generazione di sensibili architetti e di giovani studenti dei suoi
corsi universitari che adesso, con l'Istituto Nazionale di
Bioarchitettura, potranno continuare i suoi progetti, pur nel
dolore e nel rimpianto del suo mite sorriso e della sua preziosa
opera.
Fonte:
Istituto Nazionale Bioarchitettura
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