Il presidente dell'Enea Luigi Paganetto descrive il nuovo
ruolo dell'Ente che ha di recente assunto funzioni di Agenzia
Nazionale per l'Efficienza Energetica e gli obiettivi di
risparmio energetico nella Pubblica Amministrazione.
Investire 8,2 miliardi di euro per un ritorno complessivo di
circa 28 miliardi, pari ad una crescita del Pil dell'ordine
dello 0,6%. Sono questi gli effetti principali che seguirebbero
un ampio programma di riqualificazione energetica degli immobili
pubblici, che porterebbe ad una crescita dell'efficienza e dei
risparmi da un lato e ad un maggiore ricorso alle fonti energetiche
rinnovabili dall'altro. E' quanto emerge da uno studio dell'Enea,
basato su un campione di riferimento pari al 35% del patrimonio
edilizio pubblico, fra cui 43.200 scuole e 13.580 uffici.
Secondo il rapporto, attraverso interventi di coibentazione,
produzione efficiente del calore e ricorso alle rinnovabili ovunque
possibile, si arriverebbe ad una riduzione del 20% del ricorso
all'energia primaria, con una riduzione in bolletta di 420
milioni di euro all'anno. In particolare, a fronte di un
investimento di 8,2 miliardi di euro, si stima una produzione
attivata per circa 20 miliardi ed una creazione di valore aggiunto
di circa 15 miliardi, per un impatto economico complessivo di circa
28 miliardi.
''Il miglioramento dell'efficienza energetica degli edifici
pubblici è uno degli interventi utili a rilanciare l'economia e
l'occupazione, attraverso la creazione di una vera e propria
filiera, basata sulle nuove tecnologie e sull'utilizzo delle fonti
rinnovabili'', ha dichiarato il presidente dell'Enea, Luigi
Paganetto, sottolineando che in questo campo ''occorre rafforzare
la collaborazione tra pubblico e privato''. Secondo il direttore
generale dell'Abi, Giuseppe Zadra, le procedure per la
riqualificazione energetica sono ''complesse, perché devono
bilanciare il risparmio energetico con gli alti costi degli
impianti. La finanza serve per combinare queste due grandezze
complesse''. Zadra ha ricordato che a tutt'oggi ''sono pochissimi i
soggetti che hanno fatto richiesta dei finanziamenti che seguono
l'accordo fra Abi e Gse, nonostante le banche aderenti
all'iniziativa siano salite a 70''. Per Giuseppe Tripoli,
segretario generale di Unioncamere, è prima di tutto fondamentale
''ricostruire un rapporto di fiducia fra piccole e medie imprese e
Pubblica Amministrazione, perché diventi un rapporto virtuoso e non
gravato dal sospetto'', come rischia di diventare a causa degli
elevati crediti vantati dal settore industriale nei confronti della
pubblica amministrazione.