In tempi di crisi economica, il Governo prepara il rilancio
attraverso aperture all'edilizia urbana. Gli entusiasmi dei
sostenitori sono controbilanciati d'altro canto dai dubbi e dai
timori sui rischi di impatto sull'ambiente e sul paesaggio delle
nostre città, ravvisando il rischio di nuove speculazioni
edilizie.
Venerdì saranno, con molta probabilità, varati dal Governo i
provvedimenti del
piano casa annunciato dal premier in
questi giorni. Il piano dovrà essere poi valutato dalle singole
regioni, che detengono la competenza normativa in materia. Il
Presidente del Consiglio,
Silvio Berlusconi, ha già
comunicato alcune delle possibili aperture che dovrebbero essere
contenute nel piano casa; in merito al piano ha dichiarato che lo
stesso ha anche lo scopo, di:
"Dare a chi ha una casa e nel
frattempo ha ampliato la famiglia perché i figli si sono sposati e
hanno dei nipotini la possibilità di aggiungere una stanza, due
stanze o dei bagni con servizi annessi alla villa
esistente".
Tra le indicazioni più importanti si parla in particolar modo di:
- aumento del 20% del volume degli immobili ad uso
residenziale;
- aumento del 20% della superficie degli immobili ad uso diverso
da quello abitativo;
In entrambi i casi, l'accrescimento deve far parte della struttura,
o eventualmente costituirne un elemento accessorio e gli edifici
devono essere stati costruiti entro il 31 dicembre 2008. Ipotizzati
anche degli sgravi fiscali.
Altri provvedimenti riguarderebbero anche il rinnovamento degli
edifici (anteriori al 1989 e non sottoposti a tutela, che
necessitano di adeguamenti agli standard qualitativi ed energetici)
attraverso il loro abbattimento e la ricostruzione prevedendo un
aumento:
- del 30% della cubatura degli edifici a uso residenziale;
- del 30% della superficie degli immobili ad uso diverso da
quello abitativo;
- del 35% della cubatura impiegando tecniche bio edilizie e/o
impiego di energie rinnovabili.
Ulteriori aperture giungerebbero dallo snellimento burocratico,
sostituendo eventualmente con una perizia giurata di un tecnico,
il permesso di costruire; a livello di sanzioni si prevede una
possibile
sostituzione con pene amministrative per abusi di
lieve entità.
Dal Presidente del Consiglio arriva anche l'affermazione che le
nuove proposte non condurranno ad alcun abuso edilizio,
coinvolgendo in ogni caso solo aree edificabili secondo il piano
regolatore e non aree abusive, e restando, sempre, valide le norme
in materia di vincoli ambientali e paesaggistici e di distanze.
Accanto alle dichiarazioni di entusiasmo, non mancano i distinguo e
le perplessità da più parti. Dall'opposizione, si registra la
bocciatura del progetto, espressa nel programma "In mezz'ora" dal
nuovo segretario del PD
Franceschini, che reputa la riforma
non ben ponderata e soprattutto con un eccessivo rischio di
"cementificazione" dell'Italia.
Sulle stesse posizioni del centrosinistra, si colloca Legambiente
ricollegando le conseguenze del nuovo piano casa, ai disastri
edilizi e ambientali del Dopoguerra e ricordando gli scenari di
"Mani sulla città" di Francesco Rosi. I rischi di speculazione
riguarderebbero allora, come negli anni '60, non solo
l'abbrutimento del paesaggio e dei centri storici, la
proliferazione di edifici, ma anche la sicurezza stessa degli
stabili.
A cura di
Nicoletta
Trapani
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