Il Consiglio dei Ministri, convocato oggi a Palazzo Chigi, ha
esaminato, su proposta del Presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi, le linee guida di un'iniziativa legislativa finalizzata
ad un rilancio dell'attività edilizia e del tessuto urbanistico,
nonché ad un incisivo miglioramento e rinnovamento del patrimonio
edilizio non rispondente ai più aggiornati criteri tecnologici ed
energetici. All'esame hanno partecipato tutti i Ministri che, pur
apprezzandone i contenuti e suggerendone modificazioni, hanno
rinviato la discussione alla prossima riunione del Consiglio,
sollecitando, comunque, l'esigenza di dare, attraverso il
Piano
Casa, impulso al sistema economico.
Il
Piano Casa sarà costituito da:
- un piano per l'edilizia residenziale pubblica
finalizzato a realizzare circa cinquemila nuovi alloggi
popolari
- e da una liberalizzazione delle norme sull'edilizia che
prevede tra l'altro l'abolizione del permesso di costruire e la
possibilità di ampliare le abitazioni del 20 per cento, o anche del
30-35 nel caso di edifici da abbattere e ricostruire.
Da quando, lo scorso 6 marzo, il Presidente del Consiglio dei
Ministri
Silvio Berlusconi ha annunciato "un'importantissima
iniziativa dell'edilizia" ed ha dato le prime indicazioni
anticipando che si trattava di "Dare a chi ha una casa e nel
frattempo ha ampliato la famiglia perché i figli si sono sposati e
hanno dei nipotini, la possibilità di aggiungere una stanza, due
stanze o dei bagni con servizi annessi alla villa esistente", si
sono moltiplicate le dichiarazioni o a favore o contro di politici,
rappresentanti di associazioni, operatori del settore e per ultimo
di giornalisti e tutti, con i loro interventi hanno reso il
problema uno degli argomenti più seguiti dei giorni scorsi.
Sembra che con la liberalizzazione delle norme sull'edilizia, ma ne
sapremo di più dopo il Consiglio dei ministri di oggi, sia
consentito aumentare del 20% il volume degli immobili ad uso
residenziale o la superficie degli immobili ad uso diverso da
quello abitativo mentre nel caso di edifici anteriori al 1989, nel
caso di demolizione e ricostruzione, sia possibile:
- aumentare del 20% il volume degli immobili residenziali;
- aumentare del 30% la superficie degli immobili ad uso diverso
da quello abitativo;
- aumentare del 35% la cubatura impiegando tecniche bioedilizie
e/o impiego di energie rinnovabili.
Ulteriori aperture giungerebbero dallo snellimento burocratico,
sostituendo eventualmente con una perizia giurata di un tecnico,
il permesso di costruire; a livello di sanzioni si prevede una
possibile
sostituzione con pene amministrative per abusi di
lieve entità.
Si tratta come ben si comprende, di iniziative dirompenti che hanno
provocato contrapposte valutazioni. Sono intervenuti nel dibattito
famosi architetti (
Gae Aulenti, Massimiliano Fuksas e Vittorio
Gregotti) che hanno pubblicato sulle pagine di un noto
quotidiano un appello contro l'iniziativa del Governo; agli stessi
ha risposto con veemenza
Vittorio Sgarbi precisando: "il
sussulto viene da alcuni dei principali responsabili degli orrori
che hanno sfigurato il volto delle nostre città e del
paesaggio".
Non vogliamo fomentare la polemica ma vorremmo contribuire al
dibattito con alcune precisazioni che riguardano non il problema
della cubatura in più ma come la stessa sarà realizzata.
Come è noto, tutte le costruzioni in Italia, devono rispettare non
soltanto le norme urbanistiche ma anche quelle tecniche definite
con il
decreto ministeriale 14/1/2008 e con le recenti
istruzioni ministeriali approvate con circolare del Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti 2 febbraio 2009, n. 617.
Nel citato D.M. 14/1/2008, le costruzioni esistenti vengono
trattate al capitolo 8 ed al paragrafo 8.4.1. viene definito, per
le stesse, l'intervento di adeguamento precisando che è fatto
obbligo di procedere alla valutazione della sicurezza e, qualora
necessario, all'adeguamento della costruzione, a chiunque intenda
sopraelevare la costruzione o ampliarla mediante opere
strutturalmente connesse alla stessa.
Viene, altresì, precisato che il progetto dovrà essere riferito
all'intera costruzione e dovrà riportare le verifiche dell'intera
struttura post-intervento. Continuando, poi, a scorrere il citato
capitolo 8 ci accorgiamo che si dovrà procedere, in ogni caso:
- alla predisposizione dell'analisi storico-critica del sistema
strutturale;
- al rilievo del manufatto;
- alla caratterizzazione meccanica dei materiali;
- alla individuazione dei livelli di conoscenza e dei fattori di
confidenza;
- alla individuazione delle azioni;
- alla definizione dei materiali;
Per ultimo viene precisato che per tutte le tipologie costruttive,
il progetto di adeguamento o di miglioramento deve comprendere:
- la verifica della struttura prima dell'intervento con
identificazione delle carenze del livello di azione sismica per la
quale viene raggiunto lo stato limite ultimo o lo stato limite di
esercizio se richiesto;
- la scelta motivata del tipo di intervento;
- la scelta delle tecniche e/o dei materiali;
- il dimensionamento preliminare dei rinforzi e degli eventuali
elementi strutturali aggiuntivi;
- l'analisi strutturale considerando le caratteristiche della
struttura post-intervento;
- la verifica delle strutture post-intervento con determinazione
del livello di azione sismica per la quale viene raggiunto lo stato
limite ultimo o lo stato limite di esercizio se richiesto;
Non so cosa ne pensate voi ma io, personalmente, non farei più
l'incremento della cubatura o, se rientrasse nella mia cultura, lo
farei abusivamente.
© Riproduzione riservata