LO SCHEMA DI DECRETO LEGGE

23/03/2009

Novità nello schema di decreto legge predisposto dal Governo sul piano casa e per l’esattezza sulle “Iniziative legislative per il rilancio dell’attività edilizia e del tessuto urbanistico”.
E’ questa, infatti, la titolazione del decreto legge sul quale, mercoledì 25 marzo, sarà avviato il confronto Governo-Regioni-Enti locali; ma il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, precisa che “C’è un problema di strumenti: un decreto legge per gestire una materia concorrente tra Stato, Regioni e Comuni, è uno strumento improprio, secondo me non costituzionale. E questa è la prima questione di cui discuteremo”. Errani ha, anche, aggiunto che: “Ciò che non può funzionare è che il messaggio che si da al Paese è che si fa un condono preventivo, e questo non va bene, può rappresentare un danno per il Paese. Auspico che il Governo sia pronto a fare una discussione seria e vera, nel rispetto delle competenze, con le Regioni”.

Allegato alla notizia lo schema di decreto legge che, come già detto, contiene due novità e precisamente la possibilità:
  • di acquisto del bonus del 20% dal vicino di casa e sommare le due percentuali di estensione portando il bonus di ampliamento al 40%;
  • di cambiamento di destinazione d’uso con o senza opere e, quindi anche senza aumento di cubatura.
Lo schema di decreto legge è composto da 7 articoli recanti:
  • Finalità ed ambito di applicazione
  • Interventi su singole unità immobiliari
  • Interventi per il rinnovamento del patrimonio edilizio esistente
  • Procedimento
  • Disciplina per gli immobili vincolati e altre limitazioni
  • Obblighi e potestà dei Comuni
  • Entrata in vigore
che confermano la possibilità di ampliare le unità immobiliari già ultimate entro il 31 dicembre 2008, in forza di titoli abilitativi anche in sanatoria creando nuovi volumi o superfici in deroga alle disposizioni legislative, agli strumenti urbanistici vigenti o adottati e ai regolamenti edilizi, nei limiti od alle condizioni previste nel decreto legge stesso.
In nessun caso i nuovi volumi da realizzare possono eccedere complessivamente il limite di 300 metri cubi per unità immobiliare destinata ad uso residenziale, l’altezza della nuova fabbrica non può superare di oltre quattro metri l’altezza massima prevista dagli strumenti urbanistici vigenti. Gli interventi saranno realizzati con lo strumento della denuncia di inizio attività ai sensi e per gli effetti dell’articolo 22, comma 3, del decreto del Presidente della repubblica 6 giugno 2001, n. 380 e la denuncia stessa dovrà essere corredata da:
  • a) attestazione del titolo di legittimazione;
  • b) asseverazione del progettista abilitato circa la sussistenza di tutte le condizioni previste dal decreto legge;
  • c) elaborati progettuali richiesti dal regolamento edilizio vigente;
  • d) gli altri documenti previsti nella parte seconda del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, se ne ricorrono i presupposti;
  • e) autocertificazione circa la conformità del progetto alle norme igienico sanitarie se il progetto riguarda interventi di edilizia residenziale ovvero se la verifica in ordine a tale conformità non comporti valutazioni tecnico-discrezionali.
e, comunque, la denuncia di inizio attività deve essere presentata entro un anno dalla entrata in vigore della legge di conversione del decreto legge stesso.
Per gli immobili siti nei centri storici non soggetti a vincoli, la denuncia di inizio attività è presentata altresì alla competente Soprintendenza, che può imporre, entro trenta giorni ulteriori modalità costruttive con riguardo al rispetto del contesto storico architettonico ed ambientale.
Relativamente agli immobili di oltre 50 anni, la denuncia di inizio attività è presentata altresì alla competente Soprintendenza ai fini della verifica la sussistenza dell'interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico. Ove entro trenta giorni dalla ricezione della domanda la Soprintendenza non abbia comunicato al Comune le proprie determinazioni, si intende che la verifica abbia avuto esito negativo.
Nel decreto legge viene, altresì, precisato che gli aumenti di cubatura o di superficie previsti non possono essere realizzati:
  • a) nelle aree gravate da vincolo di inedificabilità assoluta ivi comprese quelle insistenti nelle zone A dei parchi nazionali, regionali e interregionali e delle aree naturali ed archeologiche;
  • b) sugli immobili abusivi oggetto di ordinanze di demolizione;
  • c) sugli immobili provati situati su area demaniale.
mentre sugli immobili e nelle aree soggetti a vincoli derivanti da quelli precedentemente indicati, gli interventi di ampliamento possono essere realizzati a condizione del rilascio di nulla osta, autorizzazione o altro atto di assenso comunque denominato, da parte delle autorità preposte alla tutela dei vincoli ma il provvedimento autorizzatorio è negato solo ove l’intervento progettato sia concretamente e motivatamente incompatibile con l’interesse tutelato dal vincolo.

Ma siamo soltanto all’inizio e nell’attesa della Conferenza di mercoledì prossimo e del Consiglio dei Ministri di venerdì 27 marzo il premier Silvio Berlusconi nel corso della conferenza stampa tenuta, insieme a Giulio Tremonti e Franco Frattini, al termine del Consiglio europeo ha sottolineato che per il piano casa c’è grande interesse tra i leader dell'Unione europea.
In verità, ai giudizi positivi del Presidente del Consiglio si sovrappongo quelli decisamente negativi di alcune regioni tra le quali Lazio e Toscana ed il Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo. ha precisato che il decreto legge “ presenta anche dei dubbi di costituzionalità” e spiega che “Non si tratta di avere dei pregiudizi ma di guardare in faccia alla realtà. L'economia si rilancia anche con una strategia che aiuti le famiglie a pagare i mutui e gli affitti senza far pagare il prezzo della crisi economica al territorio, che ha già dato anche troppo in passato”.
Ancora più netta la posizione della Regione Toscana e l'assessore regionale Riccardo Conti ha precisato che se il Governo andrà avanti per la strada già tracciata “ci troveremo costretti a difendere la storia e la cultura delle nostre leggi urbanistiche facendo ricorso contro il provvedimento alla Corte Costituzionale”.


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A cura di Paolo Oreto


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