Federarchitetti con comunicazione al Presidente del Consiglio ed ai
Ministri competenti (Rapporti con le Regioni, Amministrazione e
Innovazione, Grazia e Giustizia, Sviluppo Economico, Infrastrutture
e Trasporti) ha inviato il seguente
Commento preliminare al "Piano Casa"
Il Sindacato Architetti liberi Professionisti, Federarchitetti,
riconosce, nell’intenzione del Governo di promuovere provvedimenti
per l’edilizia, una scelta fondamentale per la ripresa
dell’economia e la riqualificazione dei territori.
Una maggiore concertazione con le rappresentanze delle libere
professioni costituirebbe un principio inderogabile anche per
velocizzare l’iter di taluni provvedimenti legislativi.
L’attuale crisi economica ha paradossalmente spinto alla
individuazione dei provvedimenti auspicati, idonei nel rompere gli
schemi nei quali è rimasto per troppo tempo condizionato il
territorio e sui quali dovrà intervenire la nuova legge
urbanistica.
Deve essere rivisto il dogma che ha finora considerato ogni
intervento come area di eterno conflitto uomo-natura, ma vanno
sviluppate le capacità dell’uomo ad integrarsi sinergicamente ad
essa, soddisfacendo le proprie esigenze nel rispetto delle
caratteristiche dell’ambiente.
Migliorare le problematiche legate al tema della casa, riveste un
ruolo centrale per le famiglie che costituiscono un capitale
sociale, microeconomia, che deve tendere allo sviluppo.
Gli obiettivi
Un dispositivo legislativo deve quindi porsi gli obiettivi di:
- consentire la concreta fattibilità economica delle
iniziative;
- alleviare il fabbisogno abitativo ed il contenimento dei costi
del mercato immobiliare;
- semplificare e velocizzare le procedure nella certezza dei
tempi;
- ottimizzare il ruolo e le responsabilità dei liberi
professionisti e delle pubbliche amministrazioni;
- incidere sul territorio in termini di qualità edilizia e di
riequilibrio demografico e dei servizi;
- applicare tecnologie innovative dotate di requisiti di
risparmio energetico;
- innovare in termini di qualità e sicurezza il patrimonio
immobiliare;
- ridurre le esigenze di mobilità, degli spostamenti O/D,
casa/lavoro- casa/servizi.
Le norme
Per gli aspetti attinenti le procedure, ed il conseguimento dei
permessi a costruire, potrebbe ammettersi un doppio binario che
preveda il permanere dei pareri degli Enti interessati a carico
degli Uffici Tecnici, (modello: Sportello Unico), nei tempi agli
stessi concessi, unitamente all’atto autorizzativo da emettere con
termine perentorio di 15 giorni: oltre tale termine è il
professionista a certificare l’istruttoria per quanto attiene la
rispondenza alla normativa Locale.
In alternativa, possono essere istituite commissioni, anche c/o gli
Ordini, con componenti dei sindacati professionali e delle
associazioni dei consumatori, a procedere, in tempi obbligati,
all’espletamento dell’istruttoria.
Per quanto attiene i pareri delle Soprintendenze, dovrebbero essere
affidati a terne di addetti interne alle amministrazione e ad un
rappresentante delle associazioni rappresentative sindacali dei
liberi professionisti e dei consumatori, per svincolarsi dalla
discrezionalità di un singolo funzionario.
L’applicazione dei parametri
Acquisito, anche con le sentenze della Corte Costituzionale, che la
programmazione edilizia è materia concorrente, occorre che abbiano
natura univoca alcuni principi di base della normativa per tutte le
Regioni.
Gli interventi dovrebbero altresì indurre effetti positivi sul
territorio a scala vasta.
Fondamentale effetto delle misure da adottare può essere costituito
dalla applicazione di
parametri incentivanti differenziati in
realtà territoriali diverse, a seconda degli effetti da
perseguire di riequilibrio della densità abitativa sul territorio.
Per aree ad elevata densità edilizia, es. le fasce costiere di aree
urbane o alcuni agglomerati periferici, l’aumento di cubatura
previsto dovrebbe riguardare esclusivamente la idoneità delle
strutture e il rafforzamento di servizi o commercio, questo da
riportare nelle aree urbane, evitando di aumentarne il carico
demografico ma riducendone la necessità di spostamenti. In altri
termini, và scongiurato che la fattibilità economica degli
interventi ricada solo sulle aree dove più alto è il valore
immobiliare.
Inversamente, per i casi di abbattimento e ricostruzione di edifici
isolati, o periferici, la previsione del 30% di aumento di cubatura
può anche essere incrementata per accrescere la fattibilità
economica degli interventi: la loro realizzazione aumenterebbe
l’offerta verso aree meglio strutturate in termini di standards e
quindi appetibili anche da chi risiede in zone affollate.
Ulteriori effetti andrebbero a determinarsi in casi dove la
tipologia edilizia è rappresentata da immobili di due o tre piani,
rendendo possibile intervenire su lotti di più fabbricati
prevedendone la ricostruzione su un’unica area di sedime, anche con
incremento complessivo di cubatura del 30%; in modo da liberare
circa il 50% dell’area del lotto destinandola a spazi a verde
attrezzato, pubblico e/o privato: ciò sarebbe possibile in molti
centri dove la tipologia edilizia è rappresentata da immobili di 2
o tre piani.
I liberi professionisti
La Federarchitetti, per quanto attiene il comparto tecnico libero
professionale, ribadisce che la crisi delle categorie tecniche in
Italia è ben anteriore all’attuale momento e sulla stessa ne sono
state correntemente definite le cause: pertanto, più che a misure
specifiche, pur utili da adottare, gli attuali impatti negativi
della crisi economica sarebbero adeguatamente fronteggiati con una
revisione delle regole che oggi governano le libere professioni,
caratterizzate da una serie di anomalie, legislative e procedurali,
che le pongono in difficoltà nel supportare adeguatamente le
esigenze del Paese e per affrontare la concorrenza delle strutture
straniere. Si ribadisce, per l’occasione come, a parere della
Federarchitetti, la qualità dell’architettura è diretta conseguenza
dello status della categoria e del riconoscimento del ruolo
professionale.
Regole in tal senso, a coronamento degli indirizzi legislativi,
potrebbero già riguardare:
- la definizione dei ruoli pubblico – privato:
- l’obbligo di completamento degli atti istruttori con
dichiarazione di corrispondenza degli oneri professionali;
- obbligo di competenze interdisciplinari per le principali fasi
tecniche degli interventi;
- adozione di procedure di determinazione degli onorari fondate
su parametri diversi, sulla base di studi già pubblicati da
Federarchitett;
- rapporti corretti con le P.A e minor frazionamento delle
centrali di committenza pubblica;
- correttivi al Testo Unico degli appalti;
- maggior controllo sui costi e sul regime sanzionatorio messo in
atto da Ordini e Casse di Previdenza e revisione degli attuali
studi di settore, inattendibili a fronte della situazione
reale;
- riforma effettiva che definisca rappresentanze democratiche,
libera scelta della formazione post-laurea con supporto agli studi
professionali, diversa composizione e ruolo degli Ordini.
p. Federarchitetti
Il Presidente
arch. Paolo Grassi
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