Si allarga il fronte del no con le Regioni sul piede di guerra sul
Piano Casa.
In verità le misure urgenti preannunciate dal Governo per aiutare
il comparto dell’edilizia potrebbero essere condivise in alcuni dei
contenuti ma non nel metodo del decreto legge che, di fatto,
scavalcherebbe le competenze delle regioni stesse.
Il fronte del no si è, dunque, allargato ed alla Conferenza
unificata convocata per oggi alle ore 12,30 a Palazzo Chigi si
preannuncia il parere negativo delle seguenti 13 regioni:
Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria,
Marche Piemonte, Puglia, Toscana, Trentino Alto Adige, Umbria,
Valle d’Aosta; sono favorevoli, invece, del tutto o con riserva
le regioni:
Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Molise,
Sardegna, Sicilia, Veneto.
Ma il Presidente del Consiglio
Silvio Berlusconi, ieri sera,
dopo la votazione sul federalismo fiscale, all’uscita dalla Camera
dei deputati ha precisato che il piano casa predisposto dal Governo
“lascia alle Regioni tutta la libertà di manovra che vogliono”
aggiungendo che anche la forma del provvedimento è da decidere: “Se
decreto legge o Disegno di legge lo vedremo domani. Abbiamo un
appuntamento con le regioni”.
Ma, in verità, il Premier, dopo il giudizio negativo giunto dalla
maggior parte regioni, espresso in verità su una bozza non
definitiva del decreto legge, ha rivisto il testo del Piano stesso
ed ha precisato che “Ho fatto una sessione vedendo il testo del
decreto, l'ho amplissimamente corretto riducendolo all'essenziale e
lo presenterò ridotto di molto all'attenzione delle Regioni” ed ha
continuato aggiungendo di essere aperto a sentire le ragioni delle
Regioni e ad agire di conseguenza.
Ieri, poi, un botta e risposta fra Berlusconi ed il leader del
Partito democratico
Dario Franceschini che aveva tacciato di
incostituzionalità il decreto legge del Governo.
All’affermazione di Franceschini, il presidente del Consiglio aveva
risposto precisando che “il disegno circolato non è quello a cui io
avevo già lavorato”, anticipando la sessione pomeridiana di oggi
con la quale ha rivisto il testo del decreto legge.
Berlusconi ha anche aggiunto di aver “sentito cose che non erano
nelle idee iniziali e che non saranno nel testo”. Si tratta, ha
aggiunto, di quella norma “che riguarda gli immobili urbani: il
decreto o disegno di legge che sia si fermerà alle case mono o
bifamiliari e alle costruzioni da rifare”.
Sembra, quindi, dalle frasi del Presidente del Consiglio, che dal
provvedimento dovrebbero essere escluse le unità plurifamiliari
ovvero i condomini.
Per ultimo ricordiamo i rilievi del Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano che riguardano il rispetto delle
competenze esclusive delle Regioni e la necessità di paletti
temporali che fissino la durata del provvedimento.
Cerca, ancora una volta, di rasserenare il clima il Ministro dei
rapporti con le Regioni,
Raffaele Fitto, secondo il quale Il
Piano Casa “non è un testo chiuso ed il Governo attende dalle
Regioni “istanze e suggerimenti che portino ad un testo
condiviso”.
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