Si è svolta il 23 marzo, presso la Residenza di Ripetta a Roma, una
tavola rotonda sugli arbitrati nel settore degli appalti pubblici e
le criticità dovute all’allungamento dei tempi di realizzazione
delle opere causati dai frequenti ricorsi delle imprese contro i
provvedimenti di aggiudicazione dell’appalto.
Obiettivo dell’incontro è stato quello di formulare proposte ed
avviare un dibattito sull’evoluzione del sistema dei contratti
pubblici per mettere a punto, anche in vista del recepimento della
così detta “direttiva ricorsi”, un nuovo strumento alternativo di
risoluzione delle controversie, per garantire una maggiore certezza
dei tempi, e contribuire al decongestionamento del sistema
giudiziario ed al rilancio degli investimenti.
Come mezzo di risoluzione delle controversie l’arbitrato, come
viene attualmente utilizzato, non costituisce un affare per i
bilanci pubblici.
Questa la premessa che il Presidente dell’Autorità di vigilanza sui
contratti pubblici ha sviluppato al Convegno tenutosi su questo
istituto.
Se, da un lato, esso serve ad evitare i tempi imposti dalle
lungaggini giudiziarie, dall’altro, lo stesso è diventato un
momento dell’esecuzione normale del contratto con soccombenza
incorporata per l’amministrazione con prevalenza per l’arbitrato
libero, meno veloce e più oneroso di quello presso la Camera
arbitrale.
Secondo Giampaolino occorrerebbe favorire l’arbitrato amministrato,
rivedendone i costi ed i tempi, abolendo il versamento
dell’acconto, mentre, per tutti gli arbitrati, occorrerebbe
prevedere una composizione dell’organo secondo l’importanza o la
complessità della controversia.
La stessa Camera arbitrale andrebbe ridisciplinata chiamandone a
far parte, oltre ai rappresentanti delle istituzioni, i
rappresentanti degli interessi in gioco, sia pubblici, come il
Ministero dell’Economia, le Regioni e gli Enti locali, sia privati,
come gli esponenti dei mercati interessati.
Sarebbe infine utile, ha concluso Giampaolino, che sin d’ora una
circolare della Presidenza del Consiglio invitasse le strutture di
governo ad utilizzare la Camera arbitrale anziché gli arbitrati
liberi e che le pubbliche amministrazioni, per la nomina dei loro
arbitri, si avvalessero di soggetti ad esse legati da rapporto
organico.
Fonte: www.autoritalavoripubblici.it
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