SERVONO ANCORA? E A CHI?

30/03/2009

Si è svolta il 23 marzo, presso la Residenza di Ripetta a Roma, una tavola rotonda sugli arbitrati nel settore degli appalti pubblici e le criticità dovute all’allungamento dei tempi di realizzazione delle opere causati dai frequenti ricorsi delle imprese contro i provvedimenti di aggiudicazione dell’appalto.
Obiettivo dell’incontro è stato quello di formulare proposte ed avviare un dibattito sull’evoluzione del sistema dei contratti pubblici per mettere a punto, anche in vista del recepimento della così detta “direttiva ricorsi”, un nuovo strumento alternativo di risoluzione delle controversie, per garantire una maggiore certezza dei tempi, e contribuire al decongestionamento del sistema giudiziario ed al rilancio degli investimenti.

Come mezzo di risoluzione delle controversie l’arbitrato, come viene attualmente utilizzato, non costituisce un affare per i bilanci pubblici.
Questa la premessa che il Presidente dell’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici ha sviluppato al Convegno tenutosi su questo istituto.
Se, da un lato, esso serve ad evitare i tempi imposti dalle lungaggini giudiziarie, dall’altro, lo stesso è diventato un momento dell’esecuzione normale del contratto con soccombenza incorporata per l’amministrazione con prevalenza per l’arbitrato libero, meno veloce e più oneroso di quello presso la Camera arbitrale.

Secondo Giampaolino occorrerebbe favorire l’arbitrato amministrato, rivedendone i costi ed i tempi, abolendo il versamento dell’acconto, mentre, per tutti gli arbitrati, occorrerebbe prevedere una composizione dell’organo secondo l’importanza o la complessità della controversia.
La stessa Camera arbitrale andrebbe ridisciplinata chiamandone a far parte, oltre ai rappresentanti delle istituzioni, i rappresentanti degli interessi in gioco, sia pubblici, come il Ministero dell’Economia, le Regioni e gli Enti locali, sia privati, come gli esponenti dei mercati interessati.
Sarebbe infine utile, ha concluso Giampaolino, che sin d’ora una circolare della Presidenza del Consiglio invitasse le strutture di governo ad utilizzare la Camera arbitrale anziché gli arbitrati liberi e che le pubbliche amministrazioni, per la nomina dei loro arbitri, si avvalessero di soggetti ad esse legati da rapporto organico.

Fonte: www.autoritalavoripubblici.it


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