"In Emilia Romagna rispetteremo il territorio, i beni
storico-culturali e l'ambiente. Centrale negli interventi
edilizi l'elevata qualità architettonica, l'utilizzo di fonti di
energia rinnovabili nonché materiali e impianti rispondenti a
criteri di sostenibilità ambientale".
Lo ha sottolineato l'assessore regionale alla programmazione
e sviluppo territoriale della Gian Carlo Muzzarelli
presentando le linee generali di intervento che la
Regione Emilia-Romagna metterà in campo nelle prossime settimane
dopo la firma dell'accordo tra le Regioni e il Governo.
L'accordo tra Regioni e Governo fissa i punti di riferimento
per l'azione regionale e concorda un'azione comune di Stato,
Regioni ed Enti locali per una reale semplificazione delle
procedure amministrative che consenta ai cittadini e alle
imprese di attivare gli interventi edilizi con tempi rapidi
e certi, garantendo livelli alti della gestione del territorio e
dell'edilizia di qualità. Sono esclusi dai provvedimenti i
centri storici e le aree pregiate.
Gli interventi
Si prevedono interventi straordinari di qualificazione e
recupero funzionale dei tessuti urbani di non elevata qualità
edilizia, individuate dai Comuni secondo le indicazioni generali
della Regione: quindi elevata qualità architettonica che utilizzi
fonti di energia rinnovabili, nonché materiali e impianti
rispondenti a criteri di sostenibilità ambientale.
Gli interventi potranno essere inseriti in progetti di
riqualificazione dei quartieri per trasformarli in luoghi più
vivibili, che offrano ai cittadini servizi e infrastrutture
adeguate e ambienti di vita più sani e sicuri.
In particolare saranno regolamentati interventi di
ampliamento - anche attraverso piani/programmi definiti tra
Regioni e Comuni - per migliorare la qualità architettonica e/o
energetica degli edifici entro il limite del 20% della
volumetria esistente di edifici residenziali mono e bifamiliari
o comunque palazzi di volumetria non superiore ai 1000 metri cubi,
con un limite massimo dell'incremento volumetrico complessivo pari
a 200 metri cubi.
Inoltre, saranno anche disciplinati interventi straordinari
di demolizione e ricostruzione con ampliamento di
edifici residenziali entro il limite del 35% della
volumetria esistente, anche in questo caso con l'utilizzo delle
migliori tecnologie per avere qualità architettonica ed ecologica
degli interventi. Gli ampliamenti potranno riguardare solo edifici
a destinazione residenziale e edifici non abusivi.
In Emilia Romagna è stimato che gli edifici
residenziali mono e bifamiliari superino il mezzo
milione (su un totale di quasi 900 mila immobili), mentre
complessivamente gli appartamenti sono oltre 2
milioni. Di questi appartamenti uno su quattro ha una
superficie tra 80 e 100 metri quadrati ( il 21% è tra i 60 e 80 mq
e 16 per cento tra 100 e 120 mq) e oltre 625 appartamenti hanno
quattro stanze.
Per quanto riguarda modalità e tempi di questi interventi la
Regione sono già al vaglio proposte per migliorare le norme
urbanistiche ed edilizie per ottenere la semplificazione del
rilascio dei permessi di costruzione e di approvazione dei piani
urbanistici (Psc, Poc e Rue). Si tratta di una revisione della
legislazione regionale vigente (leggi 20/2000 e 31/2001), alla luce
dell'esperienza applicativa, diretta a ridurre i tempi di
elaborazione dei piani, semplificare i contenuti degli elaborati
tecnici, definire il ruolo dei diversi livelli istituzionali
(Regione, Province e Comuni) per evitare duplicazioni e
sovrapposizioni e per avere tempi più celeri per l'avvio dei
lavori. La Regione, inoltre, ha chiesto al Governo di realizzare un
vero proprio Piano casa per rispondere alle esigenze di chi
una casa non ha, predisponendo programmi di incremento
dell'edilizia residenziale sociale. In Emilia-Romagna, infatti,
sono circa 30 mila le famiglie che sono lista d'attesa per ricevere
un alloggio pubblico mentre nel 2008 sono state ammesse a ricevere
un contribuito a sostegno dell'affitto oltre 52 mila famiglie.
Fonte: Regione Emilia Romagna
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