Le crescenti e drammatiche emergenze riguardanti la sicurezza
domestica hanno indotto U&C a modificare la programmazione
annua delle uscite della rivista per dedicare al tema della
sicurezza degli impianti di casa -sia alimentati a gas che
elettrici - ma anche degli impianti centralizzati, il dossier del
primo numero del 2009 (divenuto doppio: gennaio/febbraio). Con
questo dossier abbiamo cercato di raccogliere le opinioni del più
ampio spettro possibile di rappresentanti delle parti interessate,
uscendo dal nostro tradizionale ambito tecnico per confrontare le
opinioni del sistema socio-economico.
Abbiamo contattato i rappresentanti delle seguenti categorie:
consumatori, proprietari di immobili, amministratori immobiliari,
progettisti, installatori, produttori di apparecchi, fornitori di
gas/energia, controllori e istituzioni pubbliche. Come si vede
dagli articoli che compongono il dossier, purtroppo alcune
importanti voci, che si fanno solitamente sentire sui mezzi di
comunicazione quando accadono gli incidenti o che svolgono un
significativo ruolo di prevenzione e gestione delle emergenze, non
hanno fornito il contributo di opinione richiesto perdendo così
un'occasione per confrontarsi sull'argomento in un ambito
costruttivo e non scandalistico.
Abbiamo comunque cercato di rispondere -con l'aiuto di testimoni di
grande valore, che ringraziamo per averci dedicato la loro
attenzione ad alcune domande per fare un po' di chiarezza sulla
situazione e identificare delle azioni da intraprendere:
- quale è la reale situazione della sicurezza degli impianti
(domestici e centralizzati)?
- quali i motivi e le responsabilità che hanno portato a questa
situazione?
- quali azioni sono necessarie?
I problemi e le motivazioni individuati con il più ampio consenso
di chi ha partecipato all'indagine riguardano la scarsa sensibilità
del consumatore alla manutenzione degli impianti, il ricorso
-ancora troppo diffuso- al "fai da te", la presenza sul mercato di
operatori non sufficientemente qualificati e/o non aggiornati, un
indiscusso problema economico nel garantire la manutenzione, la
messa a norma e l'eventuale sostituzione degli impianti/apparecchi
pericolosi. Il tutto fortemente condizionato da carenze legislative
(il passaggio dalla legge 46/1990 al decreto ministeriale 37/2008
non è affatto stato "indolore") che non hanno sanato l'annoso -e
fondamentale- problema dei controlli. Tra le azioni ritenute più
adatte a ridurre il problema (non c'è l'illusione di poterlo
eliminare!) vi è un crescendo di proposte che parte
dall'aggiornamento professionale continuo e dalla qualificazione
degli operatori, si rivolge poi al consumatore/utilizzatore con
analoghe azioni di informazione e sensibilizzazione alla sicurezza
(anche per combattere quel "fatalismo ottimistico" che porta a
considerare sicuro qualsiasi apparecchio che "funziona"…),
coinvolge quindi le istituzioni con auspicate azioni di incentivo
economico alla sostituzione degli apparecchi ma anche con azioni
forti nei confronti di chi potrebbe causare volontariamente
incidenti da gas (misure anti-manomissione e in casi estremi la
conversione forzata degli impianti verso l'alimentazione
elettrica).
La discussione non è chiusa: questo è un primo punto che vorremmo
potesse arricchirsi con il parere di chi vorrà leggere il dossier e
farci avere le proprie opinioni in merito.
Buona lettura.
A cura di Alberto Monteverdi - Responsabile Comunicazione e
Formazione UNI
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