Tutto il patrimonio artistico e culturale dell'Aquila e della zona
del cratere è lesionato o in gravi condizioni.
Ed è a rischio anche la memoria della città. Non si è salvato
praticamente nulla nella città delle 99 Cannelle e famosa
per le 55 Chiese.
Il dato è confermato dal Dipartimento dei Beni Culturali
d'Abruzzo. Gravissima la situazione delle chiese del capoluogo,
da Collemaggio alle Anime Sante, drammatica quella
dell'Archivio di Stato che aveva sede nel Palazzo del
Governo totalmente crollato. “Non sappiamo in che condizioni
sono i documenti medioevali, libri e quant'altro riguarda la storia
dell'Aquila - spiega uno dei responsabili del Dipartimento,
Augusto Cicciotti - ma la stima dei danni complessivi è al
momento incalcolabile. E ci vorranno anni per ricostruire”.
Non è rimasto in piedi neanche un campanile del cratere.
Ora non è possibile attuare nessun intervento. Ci vorranno mesi per
fare un inventario, puntellare gli edifici, fare una lista dei
danni, evacuare biblioteche, quadri, statue e poi mettere tutto nei
depositi, ancora da individuare.
L'Aquila è una città ferita, ma anche tutto l'aquilano e parte
delle provincie limitrofe sono state duramente colpite dalle scosse
che continuano a scuotere la terra.
Distrutta la torre medicea di S.Stefano di Sessanio,
gioiello architettonico del Gran Sasso - in cui sono crollate molte
case ricostruite di recente - crollato in pezzi il bellissimo
castello-rocca di Ocre, lesionata la chiesa sul
tratturale di S.Stefano a S.Pio delle Camere, capolavoro
romanico, lesionati o inagibili altri conventi e chiese in Val
Peligna e nel pescarese, campanili sbriciolati a Rovere
sull'Altopiano delle Rocche.
Pochi i miracoli e poche le strutture che hanno resistito alla
furia del terremoto.
A S.Pio delle Camere nessun danno al triangolare castello
fortezza abbarbicato, mentre a pochi chilometri nella frazione di
Castelnuovo ci sono stati crolli e vittime.
E salva anche la Rocca di Balascio, splendido baluardo
mediceo che fu abbandonato insieme al borgo nei secoli scorsi
proprio a causa di un sisma.
Il ministro dei beni culturali Sandro Bondi ha avviato
intanto le procedure per reperire 10 milioni di euro da
aggiungere ai fondi già disponibili del Dipartimento per la
Protezione Civile. I fondi - secondo le decisioni scaturite da una
riunione tra il ministro, il segretario generale del dicastero
Giuseppe Proietti e il capo di gabinetto Salvatore
Nastasi - saranno utilizzati per gli interventi di somma
urgenza, in particolare la messa in sicurezza e il presidio
degli edifici di interesse culturale pericolanti.
Fonte: www.demaniore.com
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