Si è conclusa nei tempi previsti l’indagine sugli affidamenti in
house dei servizi idrici integrati. Con la Delibera n. 24 del 1
aprile 2009, il Consiglio dell’Autorità ha classificato le gestioni
esaminate in quattro categorie.
Su 61 casi esaminati, i soggetti che sono risultati conformi alla
normativa sulla gestione in house sono 32 (erano 6 nel novembre
2008). Sono 14 i gestori che possono ritenersi conformi perché
hanno assunto impegni - la cui attuazione è da comunicarsi entro 60
giorni - per adeguarsi alle indicazioni precedentemente espresse
dall’Autorità. In altre 12 gestioni la conformità è risultata
subordinata all’attuazione di rimedi da identificare secondo gli
indirizzi forniti, la cui modalità di attuazione ed i termini
dovranno essere comunicati entro 2 mesi.
Solo 3 soggetti, infine, sono risultati non conformi alla
disciplina dell’in house providing. Questi gestori avranno il
termine di 30 giorni per comunicare modalità e tempi delle
procedure che intendono adottare per mettersi in regola con il
Codice dei Contratti.
“Abbiamo esaminato il settore dei servizi idrici integrati con
approccio pragmatico, andando a vedere gli affidamenti uno per uno.
Si è trattato di un lavoro lungo e faticoso, svolto in assoluta
trasparenza, ascoltando tutti i gestori che lo hanno richiesto e
prendendo atto delle più recenti sentenze della Corte di Giustizia
UE”. Ha dichiarato il Presidente dell’Autorità, Luigi
Giampaolino. “Quelli conseguiti sono risultati molto
soddisfacenti sia per il lavoro altamente qualificato
dell’Autorità, sia per i comportamenti collaborativi e la volontà
di adeguamento delle società di gestione idrica alle nostre
indicazioni.”
L’Autorità con la precedente Delibera n.52 del 26 novembre 2008
(che unitamente alla Delibera n.16 del 7 maggio 2008 costituisce la
premessa alla delibera conclusiva dell’indagine) aveva già
evidenziato come la giurisprudenza comunitaria sia stata concorde
nel ribadire il carattere di eccezionalità della gestione in house,
che è una deroga alle regole di evidenza pubblica. Condizioni al
suo ricorso sono il controllo analogo a quello esercitato sui
propri servizi da parte degli enti committenti sui soggetti
gestori, e lo svolgimento dell’attività prevalente in favore
dell’ente pubblico di appartenenza.
L’Autorità intende contribuire alla costruzione di un mercato
aperto e competitivo il cui presupposto risiede in scelte di
politica industriale e nella risoluzione dei rischi derivanti dalla
nuova normativa intervenuta con l’art. 23 bis della legge 133/2008,
che prevede la cessazione delle gestioni in house al 31 ottobre
2010.
Il primo, è il rischio di rallentamento dei processi di
liberalizzazione e apertura del mercato, il secondo è quello di
interferire in modo pregiudizievole sui piani di investimenti dei
gestori dei servizi idrici locali. In tal senso l’Autorità aveva
inviato un atto di segnalazione al Parlamento nel novembre 2008.
L’atto, pubblicato sul sito dell’Autorità, sarà inviato alla
Commissione Europea.
Fonte: www.avlp.it
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