Successivamente alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale n. 33
del 10 febbraio 2008 del
Provvedimento 28 gennaio 2009 della
Conferenza unificata recante “Intesa, ai sensi dell'articolo 8,
comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131, tra il Governo, le
regioni, le province autonome di Trento e Bolzano, le autonomie
locali sugli “indirizzi per prevenire e fronteggiare eventuali
situazioni di rischio connesse alla vulnerabilità di elementi anche
non strutturali negli edifici scolastici””, il
Consiglio
superiore dei lavori pubblici ha emanato le
relative linee
guida per il rilevamento degli elementi non strutturali nelle
scuole.
Dopo la pubblicazione della suddetta Intesa, in data 2.03.09, il
Presidente del Consiglio Superiore dei lavori pubblici ha promosso
una riunione di coordinamento con i Provveditori interregionali
alle OO.PP. e con la presenza dei Dirigenti responsabili del
Ministero per l’istruzione l’università e la ricerca.
Nel corso di tale riunione i responsabili degli Uffici periferici
del Ministero hanno segnalato l’opportunità di fornire da subito,
al personale tecnico dei Provveditorati alle OO.PP. che farà parte
delle squadre tecniche, le citate linee guida, per una
migliore
efficacia dell’attività ispettiva in questione, nonché, la
possibilità di organizzare una giornata di formazione presso il
Consiglio superiore. Anche in relazione a tale richiesta, il
Presidente del Consiglio Superiore con provvedimento n. 1261 del
3.3.2009 ha subito istituito un apposito gruppo di lavoro con il
compito di predisporre le linee guida.
Le linee guida, successivamente alle premesse, contengono due
capitoli relativi all’introduizione ed alle indicazioni per le
visite e quattro appendici in cui sono riportati:
- il testo completo dell’Intesa;
- la scheda da compilare (Allegato A all’Intesa);
- l’applicazione sperimentale della scheda;
- il metodo delle unità tecnologiche.
Completano le linee guida
parecchie fotografie relative a
situazioni rappresentative di
possibili rischi connessi alla
vulnerabilità degli elementi non strutturali degli edifici
scolatici ed alcune tabelle contenenti le classi di unità
tecnologiche e relative definizioni per le quali le linee ritengono
utile suggerire l’adozione così some scaturenti dalla consolidata
ricerca universitaria nel campo della tecnologia
dell’Architettura.
Questa classificazione ha, peraltro, consentito di raggiungere
ottimi risultati operativi ove applicata, ancorché originariamente
fosse riferita a tipologie funzionali afferenti principalmente la
residenza.
D’altronde la grande variabilità dei contenitori della funzione
scolastica ben si attaglia alla esigenza di ottenere un catalogo
praticamente illimitato di elementi tecnologici che possono
presentare delle criticità e ai quali far corrispondere delle
schede di rilevamento ed intervento.
Un metodo per rendere concreto il senso di
multidisciplinarietà dell’approccio e della complessità del
manufatto edilizio scolastico nello specifico è la scomposizione
dell’organismo edilizio in elementi: l’edificio si può considerare
come un insieme di parti omogenee, cioè delle categorie a loro
volta scindibili in sottocategorie. Possiamo definire l’edificio
come un sistema di elementi strutturati che rispondono nel loro
insieme, e ciascuno per la sua parte, a una funzione
assegnatagli.
Le Linee Guida sono state predisposte con il fine di offrire un
supporto di carattere generale alle visite di sopralluogo previste
dalla citata Intesa ed alla compilazione della scheda di rilievo.
Le indicazioni riportate, pur in presenza di una metodologia
applicabile alla generalità dei casi, non possono ovviamente
esaurire la vasta casistica che si riscontra nel patrimonio
edilizio scolastico, vanno quindi interpretate ed adattate volta
per volta alla situazione reale in esame.
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