Ancora fumata nera per il
Piano Casa ed in atto anche
sull’ultima versione, predisposta dal Governo (versione del 7
maggio), del
decreto legge recante “Misure urgenti in
materia di edilizia, urbanistica ed opere pubbliche”,
le Regioni
non sono d’accordo poiché chiedono la modifica del testo di
alcuni articoli;
salta, quindi, una possibile intesa ed il
provvedimento non sarà più all’ordine del giorno del Consiglio dei
Ministri di oggi.
Ma andiamo con ordine e riassumiamo gli avvenimenti di ieri.
Al termine della
Conferenza delle Regioni svoltasi in
mattinata il presidente
Vasco Errani si era mostrato
moderatamente ottimista sulla possibilità di raggiungere un’intesa
ed aveva dichiarato “Noi siamo pronti e vogliamo fare sul serio.
Ora occorre verificare se ci sono i presupposti per raggiungere
l’intesa perché si tratterebbe anche di innescare un’importante
misura anticiclica capace, da una parte di rilanciare il settore
dell'edilizia, e dall'altra, di fare arrivare nuove entrate per lo
Stato”.
Tra i vari punti su cui le regioni insistono, rispetto al piano
casa, c’è ”una conseguenza delle giuste scelte sulle norme
antisismiche - ha aggiunto Errani - e cioè la necessità di una
deroga per quanto riguarda le assunzioni di personale per poter
garantire i controlli”. In sostanza, sintetizza Errani, servono
“gli strumenti per far funzionare le norme antisismiche” ed è
necessaria una ”azione coerente con gli obiettivi che abbiamo
proposto”. Solo così secondo Errani, si potrà garantire
un’”iniziativa anti ciclica” capace di ”portare nuove entrate allo
Stato e di avviare una azione coerente per la messa in sicurezza
delle abitazioni”.
L‘intesa, dunque, sul “piano casa” per il rilancio dell’edilizia
sembrava possibile, anche se i problemi da risolvere erano parecchi
ma l’incontro politico (svoltosi prima della Conferenza unificata
del pomeriggio) tra il ministro per gli affari regionali
Raffaele Fitto, per la semplificazione
Roberto
Calderoni, il sottosegretario agli interni
Michelino
Davico e per le regioni il Presidente della Conferenza delle
Regioni
Vasco Errani non ha avuto un esito positivo. I
problemi da risolvere erano tanti e tra questi la
semplificazione della procedura per la Valutazione ambientale
strategica (Vas), l'inserimento degli
sgravi irpef del 55
per cento per tutti i lavori di ristrutturazione degli immobili
privati e una
deroga agli enti locali per l'assunzione del
personale tecnico per la gestione dell'attuazione delle norme
antisismiche.
Al termine del confronto politico il presidente della Conferenza
delle Regioni Vasco Errani ha dichiarato “Siamo ancora in attesa
che il governo ci dia delle risposte sulle richieste di modifica al
testo del decreto legge sulle misure urgenti in materia di
edilizia, urbanistica ed opere pubbliche”.
L’incontro si è, dunque, in buona sostanza, concluso senza che sia
stato raggiunto un accordo ed Errani ha ribadito le richieste delle
regioni necessarie per approvare il decreto. In particolare ha
ricordato la richiesta della previstione nell’articolo 11, relativo
al non utilizzo di immobili pubblici a rischio sismico (per i quali
entro 6 mesi dalle verifiche della protezione civile e dei comuni,
non siano stati avviati lavori di messa in sicurezza), di un piano
di interventi quarantennale con l'individuazione delle relative
coperture necessarie per reperire i fondi e per le assunzioni del
personale tecnico da impiegare nelle verifiche. Le regioni chiedono
poi un'altra modifica allo stesso articolo relativa agli sgravi
Irpef del 55% che dovrebbe essere recepita, secondo i Presidenti,
con un emendamento ad hoc al decreto legge sull'Abruzzo. “Questa
sarebbe - ha detto Errani - una scelta fondamentale in grado di
dare risorse all’erario e risposte ai cittadini”.
L'accordo, quindi, che molti davano quasi per raggiunto salta, la
Conferenza unificata viene nuovamente rinviata ed il Ministro degli
affari regionali
Raffaele Fitto ha dichiarato che “
E’
evidente che il testo sarà portato in Consiglio dei Ministri quando
ci sarà un accordo fra tutti i soggetti; il governo non intende
imporre nessuna accelerazione e non sarà qualche giorno in più a
compromettere la validità del progetto”.
Nessuno decreto legge sul piano casa andrà, quindi, al Consiglio
dei Ministri di oggi ed i tempi di un provvedimento nato per dare
risposte urgenti all’attuale crisi, continuano a dilatarsi e
sarebbe lecito chiedersi come possa essere definito decreto legge
un simile provvedimento. Si tratta, in definitiva di un
provvedimento che avrebbe potuto essere trattato alla stregua si un
normale disegno di legge. Si continuano a dilatare anche se, in
verità, alcune regioni sono in dirittura d’arrivo e,
successivamente all’intesa stipulata in Conferenza Unificata dell’1
aprile 2009 hanno già predisposto le proprie leggi regionali.
ULTIMORA:
Il Presidente
Silvio Berlusconi ha riferito al Consiglio di
stamattina sugli esiti dell’esame in Conferenza unificata, avvenuto
nella giornata di ieri, del pacchetto di norme costituenti il
cosiddetto “piano-casa” ed ha confermato al Consiglio
l’intendimento di esaminare un testo pienamente condiviso con
Regioni ed autonomie locali; pertanto è stato deciso di rinviare
l’approvazione del decreto-legge e del disegno di legge ad una
prossima seduta.
Berlusconi, nella conferenza stampa successiva al Consiglio
dei Ministri ha precisato “Non abbiamo discusso del piano casa
perché avevamo assunto l'impegno di trovare l'accordo con le
Regioni. Ieri non è stato trovato su un punto, ma le Regioni stanno
procedendo con le leggi regionali per cui non ci saranno ritardi
nei tempi e credo che entro luglio si potrà dare attuazione al
provvedimento, così il piano sarà operativo dal primo agosto.”.
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