In questi ultimi giorni viene riproposto da più parti il problema
legato all’
abolizione dei minimi tariffari.
Il 14 maggio scorso il deputato
Antonio Lo Presti unitamente
ad altri 31 deputati ha avanzato un’interpellanza parlamentare
rivolta al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti
Altero
Matteoli per sapere quali iniziative intenda assumere per
arginare il fenomeno delle offerte anomale nel settore della
progettazione e direzione lavori delle opere pubbliche, al fine di
eliminare le distorsioni del mercato ai danni dei professionisti
italiani e di tutelare, contemporaneamente, la qualità delle
prestazioni professionali, a garanzia della sicurezza e incolumità
pubblica.
Nell’interpellanza i firmatari precisano che:
- a seguito dell'applicazione della cosiddetta “legge Bersani”,
che ha abolito i minimi tariffari, si è determinata una situazione
inconsueta, soprattutto nei rapporti tra professionisti, pubbliche
amministrazioni e stazioni appaltanti, in ordine alle percentuali
dei ribassi sulle tariffe professionali per la progettazione e
direzione lavori di opere pubbliche;
- da un'indagine condotta dal centro studi del Consiglio
nazionale degli ingegneri, rilevabile sul sito web
www.centrostudicni.it, è stato, infatti, accertato un andamento
eccezionalmente anomalo dei ribassi nelle gare di progettazione con
ribassi fino al 90,1% nelle procedure aperte, fino al 61,6% nelle
procedure negoziate e fino al 48% nelle procedure ristrette;
- pochissime amministrazioni e stazioni appaltanti adottano
criteri prudenziali nella valutazione delle cosiddette offerte
anomale e ad oggi non è possibile stimare quali effetti si avranno
in futuro sulla qualità e sicurezza delle opere pubbliche, la cui
progettazione e direzione lavori potrebbe essere improvvisata e non
sapientemente e professionalmente curata, con grave pregiudizio per
l'incolumità pubblica;
- l'assenza di un limite minimo delle tariffe professionali ha
ingenerato, inoltre, una vera e propria alterazione del mercato
delle prestazioni professionali, soprattutto nel campo
tecnico;
- solo i grandi studi di progettazione, che possono economizzare
i propri costi, sono in grado di concorrere per l'aggiudicazione
delle commesse pubbliche, estromettendo, di fatto, anzi spazzando
via dal mercato, i giovani professionisti (architetti e ingegneri),
che non possono in alcun modo competere con tali realtà, che hanno
ormai assunto natura imprenditoriale;
- è dovere della politica e del Governo prendere in esame tale
situazione, che sta provocando forti disagi e montanti malumori tra
le decine di migliaia di ingegneri e architetti, i quali, privi di
qualsiasi provvidenza pubblica, che in periodo di crisi viene
offerta ad altri settori produttivi del Paese, rischiano di
chiudere i propri studi professionali e di ingrossare le già
numerose fila dei disoccupati
Ricordiamo, anche, che la preoccupazione sui ribassi nei servizi di
ingegneria ed architettura e, quindi, delle offerte anomale nelle
gare è stata confermata anche da un emendamento al “decreto legge
Abruzzo” firmato dai senatori
Corona e
Di Stefano con
il quale gli stessi hanno proposto di cancellare la possibilità di
ribassi e di reinsere i minimi di tariffa.
Sul problema è intervenuto, anche, il
Consiglio Nazionale degli
Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori
precisando che “L'attuale sistema degli affidamenti degli incarichi
professionali nel settore dei Lavori Pubblici, basato solo ed
esclusivamente sul parametro del massimo ribasso, sta
inesorabilmente soffocando il mercato della progettazione e molto
presto costringerà alla chiusura molti studi professionali.”.
Il CNAPPC, ritiene questo sistema di autentico “strozzinaggio”,
relativo a prezzi e tempi della progettazione,
incapace di
assicurare qualità delle prestazioni e sicurezza delle
costruzioni e, allo stesso tempo, causa, per gli Enti pubblici,
di aumento del contenzioso, dei costi complessivi e dei tempi di
realizzazione delle opere.
Il CNAPPC chiede al Governo e al Parlamento di intervenire al più
presto per modificare una situazione ormai divenuta insostenibile e
che nelle previste “Misure Anticrisi” si preveda
all'
eliminazione della procedure impostate sul massimo
ribasso del prezzo per le opere di architettura, ingegneria ed
urbanistica a vantaggio di sistemi che garantiscano maggiore
qualità della progettazione come i Concorsi di progettazione o, in
alternativa, le gare basate sull'offerta economicamente più
vantaggiosa, allineando così il nostro Paese alle procedure seguite
da tutte le maggiori nazioni europee.
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