In Sicilia negli ultimi quattro mesi il mercato delle opere
pubbliche di competenza regionale ha subito un crollo rispetto al
periodo gennaio-aprile 2008: -35,07% per numero di gare
bandite (224 contro 345) e -33,62% per importi delle
opere (173 milioni rispetto a 261 milioni).
I dati, registrati dall'Osservatorio dell'Ance Sicilia, sono
emersi dal convegno nazionale dei Giovani imprenditori di Ance e di
Confindustria su “Sicilia, infrastrutture e futuro: progetti e
scenari di una terra che cambia”. Marcello La Rosa,
presidente dei Giovani imprenditori di Ance Sicilia, punta l'indice
sul calo complessivo degli investimenti nelle nuove infrastrutture:
“In Italia - osserva - è stato di -5,1% nel 2008 e -7,3% nel
2009.
Negli ultimi 10 anni il nostro Paese, per allinearsi al resto
d'Europa, avrebbe dovuto investire ogni anno circa 12 miliardi di
euro in più. In questo gap complessivo la Sicilia ha una dotazione
infrastrutturale del 20,6% inferiore alla media nazionale.
Secondo Andrea Vecchio, presidente di Ance Catania “è stato
troppo grande il vero tradimento, consumato nei confronti del
popolo siciliano, da parte della classe politica regionale e
nazionale degli ultimi 60 anni, per quanto riguarda le
infrastrutture: un uso dissennato di fondi e finanziamenti, criteri
clientelari e falsi obiettivi”.
“Tanti i progetti mancati e alcune vergogne - ricorda
l'imprenditore antiracket - come la circonvallazione di Palermo, la
Catania-Gela, la strada statale 121, l'A 19 Catania-Palermo e la
tangenziale di Catania quotidianamente soffocata”.
Sulla stessa linea Giorgio Cappello, presidente dei Giovani
imprenditori di Confindustria Sicilia: “Abbiamo segnalato invano al
governo regionale - rivela - che restano nei cassetti progetti per
infrastrutture, finanziati con 750 milioni di euro e subito
cantierabili e che investimenti privati nel settore energia per 4
miliardi di euro attendono da anni un parere che non arriva
mai”.
Fonte: www.demaniore.com
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