Con l'entrata in vigore del decreto legislativo n. 152/2006 recante
"Norme in materia ambientale", entra in vigore il concetto per il
quale alcune imprese saranno esentate dalla Tassa Rifiuti Solidi
Urbani (TARSU).
In particolare, il decreto legislativo n. 152/2006 prevede che
vengano considerati "speciali" i rifiuti di tutte le imprese e gli
enti che utilizzano superfici maggiori di 150-250 mq a seconda che
il comune di appartenenza abbia una popolazione inferiore o meno di
10mila abitanti.
Il decreto legislativo n. 152/2006 sancisce che "non possono essere
di norma assimilati ai rifiuti urbani i rifiuti che si formano
nelle aree produttive, compresi i magazzini di materie prime e di
prodotti finiti, salvo i rifiuti prodotti negli uffici, nelle
mense, negli spacci, nei bar e nei locali al servizio dei
lavoratori o comunque aperti al pubblico".
In sostituzione della TARSU entra in vigore la nuova tariffa di
igiene ambientale (TIA) per la quale i costi subiranno delle
variazioni, seppur con le opportune limitazioni dovute al fatto che
le tariffe saranno comunque determinate dalle amministrazioni
comunali che cercheranno di mantenere inalterati gli attuali
costi.
I rincari saranno dovuti al fatto che vengono esentati dalla TARSU
imprese, alberghi, campeggi e grande distribuzione a danno di
famiglie e piccoli esercenti.
Massimo Ferlini, presidente dell'Osservatorio nazionale dei rifiuti
ha sottolineato che l'obiettivo della sostituzione della TARSU con
la tariffa (TIA ñ Tariffa di igiene ambientale) è soprattuto quello
di realizzare una maggiore equità sociale e applicare il principio
ambientale comunitario "chi più inquina, più paga". La tassa è
legata a parametri come quello della superficie, che non riflette
necessariamente la responsabilità ambientale del soggetto che
produce i rifiuti; la tariffa è invece commisurata alla qualità e
quantità dei rifiuti prodotti e tiene conto in maniera più fedele
anche dei costi legati al servizio.
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