Dopo la sentenza della Corte Costituzionale, il vicepresidente
della Regione Toscana, la regione da dove è partito il caso,
annuncia l’impegno affinché la sua giunta regionale approvi in
tempi rapidissimi la legge, di aprire una corsia preferenziale
anche per l'iter in consiglio, e un impegno a livello nazionale che
coinvolga la Conferenza dei presidenti e un incontro con il
ministro Di Pietro affinché vengano assunti provvedimenti rapidi e
adeguati all'emergenza che si è venuta a creare a seguito della
sentenza con cui la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima
la previsione della legge regionale 1/2005 sul governo del
territorio Toscano.
In particolare la sentenza riguarda gli interventi edilizi in zona
sismica. Questa legge prevedeva infatti che per gli interventi in
zona sismica fosse stato sufficiente da parte di chi operava in
lavori di ristrutturazione in zona sismica un preavviso scritto
agli uffici regionali con allegati progetto e relazione tecnica
(DIA), senza quindi bisogno di dare avvio ai lavori secondo la
procedura che prevede la necessaria autorizzazione preventiva del
Genio Civile. Quest'ultima verifica veniva comunque effettuata su
un campione del 10 per cento delle pratiche edilizie depositate.
Ora, invece, dopo la sentenza, ogni singolo intervento dovrà essere
subordinato al rilascio dell'autorizzazione del Genio Civile.
La sentenza della corte costituzionale ha stabilito, infatti, che
per le ristrutturazioni in zone sismiche non basterà più la
Dia (dichiarazione inizio attività)
ma è richiesta anche
un’autorizzazione del Genio civile. La sentenza che boccia la
legge toscana in materia edilizia (legge n. 1 del 2005) avrà per
conseguenza che per esaminare tutti i 287 comuni a rischio sismico
gli uffici andranno in tilt per via dei tempi lunghi necessari per
ottenere i permessi per le ristrutturazioni. Senza contare - si
lamenta ancora - un Genio Civile impreparato a svolgere l’alto
numero di controlli previsti.
Di colpo viene determinato in Toscana un passaggio dalle circa 2
mila pratiche iniziali alle 20 mila pratiche l’anno da esaminare
per via della sentenza. Una responsabilità che cade adesso
principalmente sulla Regione Toscana e i suoi uffici che dovranno
prevedere personale preparato e risorse economiche adeguate.
La sentenza non farà discutere solo la Regione Toscana con i suoi
ben 186 comuni, ma anche tutte le regioni classificate a medio ed
elevato rischio sismico.
Per questo motivo sono in molti a cominciare a sperare di vedere
presto il ministro Antonio Di Pietro, occuparsi di tale emergenza e
difficoltà per adattare i propri uffici regionali alla
sentenza.
Soprattutto si sollecita l’ emanazione di norme attuative che
consentano di snellire le procedure, senza tuttavia sminuire una
efficace prevenzione del rischio sismico, con mezzi adeguati e
procedure certe.
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