Sono dodici le fasce di rischio sismico del territorio nazionale
individuate dalla nuova mappa della Protezione civile inserite nel
documento allegato all’
Ordinanza 3519 del 28 aprile 2006
"Criteri generali per l’individuazione delle zone sismiche e la
formazione e l’aggiornamento degli elenchi e delle medesime
zone".
Ed è intanto di prossima emanazione una ordinanza della Protezione
civile, recante le Linee guida per l’applicazione della normativa
antisismica sugli immobili vincolati.
La nuova mappa di pericolosità sismica, elaborata dall’istituto
nazionale di Geofisica e vulcanologia, individua infatti dodici
livelli di accelerazione del suolo, contro le quattro indicate
dall’Ordinanza 3274/2003.
Le dodici fasce sono distinte in fisse e mobili. Quelle fisse
corrispondono ad una delle quattro zone individuate dalla 3274;
mentre quelle mobili dovrebbero consentire alle Regioni di creare
dei sottolivelli.
Non si tratta di una riclassificazione ; ma di un documento in
attesa di una messa a punto dei criteri generali definitivi ad
opera del Gruppo di lavoro, istituito dal Presidente del Consiglio
con il decreto 28 febbraio 2006, che prevede la collaborazione tra
il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e il Dipartimento della
Protezione Civile.
Di conseguenza, non si tratta nemmeno di una mappa vincolante per
le Regioni. Compito di queste ultime rimane l’individuazione di una
classificazione dettagliata delle aree, sulla base dei criteri
generali messi a punto dallo Stato.
I criteri definitivi di classificazione sismica sono quelli attesi
entro l’aprile 2007, entro la fine del periodo di allineamento
tecnico di 18 mesi scattato il 23 ottobre scorso, inizio
dell’entrata in vigore delle nuove Norme Tecniche per le
costruzioni. Nel frattempo ciascuna regione potrà operare una
propria riclassificazione del territorio.
Tornando all’adeguamento alle prescrizioni di sicurezza degli
immobili storici, l’Ordinanza 3274/2003 si applica anche al
patrimonio culturale, compreso l’articolo 29, comma 4 del DLgs
42/2004 (Codice dei Beni Culturali). "Nel caso di beni immobili
situati nelle zone dichiarate a rischio sismico in base alla
normativa vigente - si legge - il restauro comprende l'intervento
di miglioramento strutturale."
E poiché, in base all’Ordinanza 3274, tutto il territorio nazionale
è sismico il Dipartimento della Protezione Civile e il Ministero
per i Beni e le Attività Culturali hanno predisposto la formazione
di "
Linee Guida" per l’applicazione della normativa tecnica
riferita al patrimonio architettonico, monumentale e culturale.
Il documento suggerisce di procedere secondo un percorso di
conoscenza, in cui la valutazione della sicurezza sismica e il
progetto degli eventuali interventi deve essere simile a quello
previsto per le costruzioni normali ma più specifico a riguardo il
patrimonio culturale, in particolar modo verso le costruzioni in
muratura. In pratica a fine tutto il Novecento.
Sulla base delle prescrizioni dell’Ordinanza 3274, in particolare
riguardo il punto 11.1 "per i beni culturali tutelati è in ogni
caso possibile limitarsi ad interventi di miglioramento", è
consigliata l’esecuzione di interventi miranti un un certo livello
di protezione sismica, senza bisogno di adeguarsi necessariamente a
quello più rigido previsto per le nuove costruzioni.
Gli edifici storici - si sa - presentano enormi difficoltà a
definire una procedura di verifica dei requisiti di sicurezza, a
causa della varietà costruttive dei "monumenti"; e d’altro canto
non sempre è possibile sovrapporre gli interessi di conservazione
al bene monumentale. Le Linee Guida saranno emanate con
un’Ordinanza della Protezione Civile e saranno costantemente
aggiornate con pubblicazione di documenti esemplificativi e casi
pratici di analisi e progettazione.
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