Tra i tanti lavori che potrebbero essere bloccati dal Governo
potrebbero esserci anche quelli per il Mose, il sistema di paratie
mobili che dovrebbe servire a proteggere la Laguna di Venezia
dall’acqua alta con un sistema di 78 scafi, larghi 32 metri e
lunghi 25 da collocare nelle tre bocche di porti lagunari.
E’ quanto emerso dalla Giunta Cacciari, che nella seduta del
Consiglio ha auspicato una più approfondita riflessione sul
progetto anche per rispondere ai tanti quesiti sollevati dagli
ambientalisti.
Uno dei tanti problemi è lo sbancamento dei luoghi più suggestivi e
vergini della laguna che dovrebbe servire a fare posto alle
gigantesche attrezzatura meccaniche che dovrebbero fare funzionare
il Mose.
La stima dei lavori è già giunta a cifra 4.100 milioni di euro.
Una somma che assieme alle altre può mettere in difficoltà il
governo che sta cercando di fare fronte al forte disavanzo
pubblico, e rispetto al quale non trascura nulla, dalla Tav,
all’Anas, al Mose.
Un progetto, quello dello sbarramento della periodica alta marea,
lungo 25 anni e che ancora è di lì ad essere completato.
In merito, il sindaco Cacciari ha chiesto, nell’ultima seduta di
Consiglio, se non sia il caso di "revisionare" il progetto senza
per questo perdere di vista il serio problema dell’acqua alta che
si ripresenta ad ogni stagione.
Si vuole, ad esempio, verificare se ci sono problemi irrreparabili
per la laguna dovuti al forte impatto ambientale dell’opera, e se
non sia il caso di considerare alternative al progetto.
Un ripensamento? Un valutare altre alternative? E’ quanto si
prefiggerà un Comitato ad hoc che si insedierà a luglio
prossimo.
E’ chiaro - fanno sapere da Venezia - che non si ha intenzione di
bloccare i lavori tantomeno di "buttare a mare" il Mose.
Nulla intanto verrà fatto che possa nuocere e danneggiare
l’ambiente. Il Sindaco ha quindi invitato tutti a riflettere sulla
situazione. "Dobbiamo - ha sottolineato Cacciari - avere la
consapevolezza dell’importanza delle decisioni che stiamo
prendendo, simili a quelle che furono assunte in occasione delle
grandi opere a difesa di Venezia ai tempi della Serenissima".
Con una votazione di 36 a favore e di 9 contrari si va verso a un
approfondimento della materia. La decisione comunque - conclude il
Consiglio - spetta al Governo di questo Paese.
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