L' Ance, con una interessante circolare, fa il punto, sull'
evoluzione del dibattito giurisprudenziale e dottrinale svoltosi
negli ultimi anni intorno alla natura giuridica della Dia.
Si tratta, come emerge dal documento, di una questione tutt' altro
che teorica, ma che anzi rappresenta un tassello di notevole
importanza per l’espletamento dell' attività edilizia svolta nel
silenzio della pubblica amministrazione e per la valutazione dei
poteri di quest' ultima dopo il decorso del termine per l' inizio
dei lavori.
In una prima fase, la giurisprudenza sembrava prevalentemente
orientata a ritenere che la presentazione della Dia avesse il
valore di mero atto privato, inidoneo a configurare gli estremi di
un procedimento amministrativo.
Successivamente, sia in seguito alle pressanti istanze di certezza
giuridica avanzata dagli operatori, sia in considerazione
dell’ampliamento dell’ambito di applicazione della Dia, molti
Tribunali amministrativi hanno aderito al diverso orientamento che
riconosce alla denuncia di inizio attività la natura di
"provvedimento". I primi ad esprimersi in questo senso sono stati
nel 2003 i giudici del Tar Liguria, seguiti poi da quelli del Tar
Veneto, del Tar Lombardia e del Tar Abruzzo.
Anche il Consiglio di stato ha aderito a questa interpretazione,
che è stata infine ribadita in una recente sentenza del Tar
Piemonte.
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