Dopo le interessanti risposte fornite dai maggiori esponenti delle
libere professioni intervenuti sull'argomento nel corso del mese di
dicembre dello scorso anno, non cessa l'attenzione dei
professionisti sul tema legato ai all'
allarme per i
"
ribassi selvaggi" sulle tariffe professionali.
Superata una prima fase di impeto, basata esclusivamente sulla
protesta coatta contro il criterio del massimo ribasso, il
sondaggio lanciato ha, ormai, assunto delle peculiarità tali da non
poter più trascurare i risultati raggiunti dal
tavolo di
concertazione virtuale che ha portato centinaia di
professionisti a condividere esperienze e riflessioni.
Sull'argomento interviene oggi il
Consiglio Nazionale degli
Architetti Pianificatori, paesaggisti, conservatori che in un
recente comunicato stampa, qui di seguito riportato, dà notizia
dell'avvio di una
indagine sui costi della progettazione e delle
altre prestazioni professionali degli architetti italiani che
ha in programma, a breve, la pubblicazione dei “
protocolli
prestazionali”.
Nel comunicato stampa viene precisato che il Consiglio nazionale
agirà in definitiva su due percorsi distinti e paralleli:
indagine sui costi delle prestazioni e attualizzazione dei
sistemi tariffari esistenti.
"
A ogni prestazione - spiegano gli architetti
Nevio
Parmeggiani e
Domenico Podestà, Presidenti
rispettivamente del Dipartimento Ordinamento e Magistratura, e
Legislazione nazionale e europea, protocolli prestazionali, del
Consiglio nazionale - deve evidentemente corrispondere
un
adeguato compenso la cui congruità possa essere verificata e
accertata. L'iniziativa che avvieremo coinvolge il superamento
dell'asimmetria informativa, la trasparenza delle prestazioni,
l'eventuale propedeutico riesame del sistema tariffario, i compensi
per le nuove prestazioni e comunque il supporto al contratto fra i
contraenti in funzione della applicazione dell'art. 2233 del c.c.,
dopo l'abolizione dei minimi tariffari obbligatori".
"Indubbiamente - spiegano ancora - è un
processo innovativo
per noi architetti italiani, ma non per gli architetti di altre
nazioni europee che lo stanno applicando o lo stanno sperimentando
da diverso tempo. Il riferimento al sistema tariffario ancorato a
percentuali sugli importi delle opere, ancorché rifiutato dalle
posizioni concorrenziali dell'antitrust, attualmente non
costituisce sicura garanzia della qualità delle prestazioni."
Il sistema innovativo dei "
costi effettivi" è
certamente più realistico e quindi meno contestabile da parte della
committenza e gli aspetti attinenti il valore intellettuale del
momento creativo possono essere superati con valutazioni già
contemplate dal codice civile.
Porsi al cliente avendo un parametro di base economico più certo
per il compenso della prestazione, in relazione alle modalità, ai
tempi e alle difficoltà che presenta l'incarico è senz'altro un
motivo di serietà e di affidamento dell'architetto.
Parmeggiani e Podestà sottolineano inoltre che l'intento "è quello
di
modernizzare la nostra professione adeguandola all'Europa
e i
capitolati prestazionali, che potranno maggiormente
consentire, insieme ai
costi delle prestazioni, la qualità
della prestazione stessa, possono permetterci di farlo. Entrambi i
sistemi sono innovativi e mai affrontati nella nostra realtà
professionale e possono avere ricadute positive a vari livelli nei
rapporti con la committenza e più in generale con la società
costituendo elemento di sicuro prestigio per la categoria".
"Non per questo, comunque, - proseguono - vengono abbandonate le
attività di recupero della tariffa con minimi obbligatori in
accordo con altre categorie professionali, ma
dobbiamo
riconoscere che la Legge 143/49, pur valida nei principi,
non è più consona a molte odierne attività prestazionali,
così come, in alcune parti, il DM 4/4/2001 per i Lavori Pubblici.
I costi economici reali delle prestazioni saranno di grande
aiuto per la costruzione di un sistema tariffario rinnovato che
proporremo alle istituzioni pubbliche a garanzia della trasparenza
per il nostro giusto compenso".
Il Consiglio nazionale degli architetti si dice certo che una
tariffa con un minimo assicurato, collegato ad un'accertata qualità
della prestazione e alla realtà dei costi sostenuti, rappresenti un
notevole passo in avanti per modernizzare di questa professione
confermando anche la volontà di ribadire, nelle sedi
opportune,
la necessità del ripristino dei minimi tariffari
obbligatori, sia nel settore privato che, in particolare, nel
settore pubblico e, nel frattempo, con opportuni correttivi e
modifiche, operare perché le tariffe siano più coerenti con la
realtà di oggi.
E concludono precisando che "E' auspicabile che al termine di
questo lavoro (realizzato con un uso intenso di sistemi
informatici, affidato a soggetti esterni al Consiglio nazionale, e
garantendo rigorosamente l'anonimato degli architetti che saranno
coinvolti) il tutto confluisca in un unico sistema tariffario
oggettivo e condiviso sia per il pubblico che per il privato".
Un'iniziativa di tale importanza - viene anche ricordato - potrà
avere esiti concreti soltanto se verrà coinvolto il maggior numero
di studi professionali e se la categoria sarà consapevole della sua
validità. E' previsto un forte coinvolgimento degli iscritti agli
Ordini tramite un'azione propositiva e incentivante degli stessi
Ordini provinciali anche attraverso incontri a livello regionale e
locale.
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