Parere complessivamente negativo della Corte dei Conti sulla
realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Come evidenziato,
infatti, all'interno della relazione riguardante, gli esiti dei
finanziamenti, da un'analisi delle modalità di contabilizzazione
dei valori della produzione della s.p.a. Stretto di Messina, la
Corte ha evidenziato la necessità di rivedere:
- la fattibilità tecnica dell'opera, analizzata nel 2000 e
formalizzata nel progetto preliminare approvato nel 2003;
- l'attualizzazione delle stime di traffico che stanno alla base
del disegno progettuale del ponte sullo Stretto di Messina;
- la compatibilità ambientale, in relazione al contenuto
sostanziale della procedura di messa in mora n. 2003/4090, avviata
dalla Commissione Europea in data 12 ottobre 2005 e ritirata in
data 17 ottobre 2007;
- la completezza delle modalità di imputazione nel bilancio dello
Stato delle somme, già destinate all'intervento per il ponte sullo
Stretto di Messina e successivamente oggetto di
riutilizzazione.
Ricordiamo che gli azionisti della Stretto di Messina S.p.A.,
società costituita nel 1981, sono attualmente Anas s.p.a. con
l'81,48%, Rete Ferroviaria Italiana s.p.a. con il 13%, la regione
Calabria con il 2,57% e la regione siciliana con il 2,57%, e che il
progetto preliminare, approvato nel 2003, prevedeva un investimento
complessivo di 4,68 miliardi di euro, che è stato rivalutato
all'interno del Documento di programmazione economica finanziaria,
sia del triennio 2009/2013 che in quello dl 2010/2013, per un
ammontare di 6,1 miliardi di euro. Ma al dicembre 2009, il
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti hanno indicato in
circa 6,3 miliardi di euro l'onere complessivo per la realizzazione
del ponte, da coprirsi per la quota di 2,5 miliardi di euro (pari
al 40% del costo totale dell'investimento) da risorse proprie della
società (per 1,2 miliardi di euro) e dai contributi in conto
impianti assegnati dalla legge n. 102/2009 (1,3 miliardi di euro) e
per la parte rimanente del 60% da finanziamenti da reperire sui
mercati internazionali, senza garanzie da parte dello Stato.
Analizzando il profilo infrastrutturale del progetto preliminare,
la Corte ha rilevato le seguenti caratteristiche essenziali:
- scelta fondamentale di un ponte sospeso a campata centrale
unica di lunghezza pari a 3.300 metri, con un impalcato di
complessivi 3.666 metri, campate laterali comprese, e una larghezza
di 60 metri;
- sezione stradale dell'impalcato composta da tre corsie per ogni
carreggiata (due di marcia ed una di emergenza), ciascuna di 3,75
metri;
- sezione ferroviaria comprendente due binari con due marciapiedi
laterali pedonabili;
- altezza massima delle due torri di 382,60 metri sul livello del
mare;
- passaggio navigabile avente una altezza minima di 65 metri ed
una larghezza di 600 metri;
- inclusione nel progetto delle opere di raccordo stradale e
ferroviario sui versanti calabrese e siciliano, in massima parte in
galleria, per assicurare il collegamento del ponte al nuovo
tracciato dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria ed alla prevista
linea ferroviaria Napoli-Reggio Calabria, da un lato, ed alle
tratte autostradali Messina-Catania e Messina-Palermo nonché alla
prevista nuova stazione ferroviaria di Messina, dall'altro.
La Corte dei Conti pur riconoscendo come le suddette
caratteristiche rendono il ponte sullo stretto di Messina il
progetto più ambizioso sinora ideato al mondo e la fase progettuale
- in posizione funzionale rispetto alla realizzazione dell'opera -
sia in corso, ha rilevato che la prosecuzione delle attività
procedurali dipende da successive decisioni da assumere in sede
politica e amministrativa.
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