Preoccupazione e allarme sono stati espressi dall'Ance per la
decisione del ministero dell'Ambiente di dichiarare inefficaci e
privi di effetti giuridici 17 decreti attuativi del Codice
dell'ambiente.
"Scelte di questo genere - ha dichiarato il presidente dell’Ance
Claudio De Albertis - sono incomprensibili nella sostanza e
hanno l’effetto di provocare un grave disorientamento tra le
imprese di costruzione, destinatarie principali delle norme
relative alla gestione delle rocce e terre da scavo dei cantieri
edili".
"Cambiare norme in vigore, senza preavviso e in corsa - ha detto
ancora De Albertis -provoca pesanti effetti sull’attività delle
imprese, soprattutto di quelle che nei loro cantieri avevano già
adottato le nuove procedure".
Particolarmente preoccupante è infatti l’effetto dell’azzeramento
del decreto sui piccoli cantieri, che, grazie alla norma - inserita
peraltro su espressa richiesta del Parlamento - potevano usufruire
di procedure semplificate e finalizzate a consentire il riutilizzo
del materiale senza eccessivi aggravi procedurali ed economici.
"Va inoltre sottolineato - ha rilevato De Albertis - che la
sospensione di queste norme comporterà non solo
maggiori oneri per l'impresa ma rischia anche di avere effetti
negativi in termini ambientali. Si verificherà, infatti, un più
ampio ricorso alle attività estrattive e potrebbero essere favoriti
fenomeni di smaltimento illecito."
Peraltro il provvedimento del ministero di fatto contraddice
l'intenzione espressa dal Governo di procedere a modifiche del
Codice dell’Ambiente solo dopo un confronto con tutte le parti
interessate e rischia inoltre di condizionare in modo negativo il
dibattito nell’ambito della Commissione promossa dal ministro
dell’Ambiente per la revisione del Codice.
"Noi ci auguriamo - ha concluso De Albertis - che la
decisione del Ministro Pecoraro Scanio sia scaturita da perplessità
di ordine formale e che quindi i decreti possano essere
ripristinati in tempi molto brevi".
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