Un'attenta lettura dello
schema di Regolamento di
attuazione, previsto all'articolo 5
del Codice dei
contratti di cui al D.Lgs. n. 163/2006 di e precisamente alla
parte III sui contratti pubblici relativi a servizi attinenti
all'architettura e all'ingegneria nei settori ordinari
(dall'articolo 252 all'articolo 270) chiarisce che lo stesso,
pur non potendo modificare le norme di legge e non potendo
dettare nuove norme, interviene, in modo restrittivo
cancellando le giuste aspettative dei professionisti sulle
tariffe professionali.
Ci riferiamo, in particolare, all'
articolo 262 del
Regolamento dove nel
comma 1 si precisa che "
Le
stazioni appaltanti possono utilizzare come criterio o base di
riferimento i corrispettivi di cui al comma 2, ove motivatamente
ritenuti adeguati": non stiamo, qui, a dire che il Regolamento
avrebbe potuto far ritornare in vita le tariffe professionali ma
affermiamo, con convinzione, che gli importi degli onorari da porre
a base delle gare di progettazione potevano essere dedotti dalle
tariffe professionali stesse senza lasciare la discrezionalità agli
Enti appaltanti sulla possibilità di applicazione o meno delle
tariffe stesse. D'altra parte se i professionisti sono, di fatto,
considerati alla stregua di imprese, sarebbe stato giusto,
applicare ai servizi di ingegneria e di architettura, listini
ufficiali come, per altro, viene fatto per le opere.
Possiamo anche aggiungere che questa discrezionalità lasciata alle
stazioni appaltanti potrebbe rendere, in certi casi, variabile
l'importo dell'onorario da porre a base d'asta in funzione della
necessità che lo stesso sia sopra o sotto soglia, al di sopra o al
di sotto di 100.000 o 20.000 Euro.
Ma un'altra perla può essere osservata nell'
articolo 266, comma
1, lettera c1) in cui viene precisato che nelle gare di
progettazione di importo pari o superiore a 100.000 Euro il ribasso
percentuale deve essere unico "
in misura comunque non superiore
alla percentuale che deve essere fissata nel bando in relazione
alla tipologia dell'intervento".
Questa ultima indicazione, di fatto, limiterà i ribassi ma porterà
le varie stazioni appaltanti a definire soglie percentuali in
relazione ai lavori per i quali si deve effettuare la gara di
progettazione.
Potremo trovarci di fronte a
percentuali fissate con metodologia
diversa da ogni amministrazione e, quindi,
variabili non
soltanto in funzione della tipologia di lavoro ma, anche, in
funzione della decisione della stazione appaltante stessa.
Ma si verificherà, certamente, che i professionisti, conoscendo la
percentuale limite fissata dall'ente appaltante, si attesteranno,
tutti, sul medesimo ribasso rendendo ininfluente l'offerta nella
parte relativa al prezzo e l'aggiudicazione dovrà basarsi, quindi,
su altri indicatori molto più aleatori del prezzo.
E' come, per intenderci, facendo riferimento ai lavori, se ogni
stazione appaltante abbia un elenco prezzi diverso per ogni gara da
bandire e come se la stessa abbia la possibilità di definire
autonomamente, sempre per ogni tipologia di lavoro, il ribasso
massimo che l'impresa può offrire.
Credo che ogni commento sia superfluo e non comprendiamo come il
giudizio dei massimi esponenenti delle professioni possa essere
positivo su tale soluzione.
In un'intervista di ieri,
Massimo Gallione, presidente del
Consiglio nazionale architetti pianificatori, paesaggisti e
pianificatori ha dichiarato che "Il nostro giudizio è molto
positivo perché si tratta di una scelta che serve a limitare il
danno".
Ha aggiunto il presidente dell’Oice
Braccio Oddi Baglioni
"In questa situazione va in primo luogo precisato che deve essere
bandito il ricorso al prezzo più basso".
Per ultimo
Giovanni Rolando, presidente del Consiglio
nazionale degli ingegneri, ha giudicato "positivamente lo sforzo
teso a regolamentare il mercato dei servizi di ingegneria ed
architettura".
Ovviamente non siamo d’accordo che questo sia il sistema idoneo ad
eliminare i grandi ribassi ed a lasciare, contemporaneamente,
trasparenti le aggiudicazioni, come non lo sono i professionisti
che sono intervenuti su questo argomento con commenti ad alcune
precedenti notizie e che, con i loro interventi, hanno indicato
soluzioni diverse per eliminare i "ribassi selvaggi".
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