Ritardi pagamenti P.A.: imprese sempre più a rischio collasso
Imprese italiane sempre più a rischio collasso: è quanto emerge dall'indagine effettuata dall'ANCE e aggiornata ad aprile 2010. Il problema dei pagamenti del...
Imprese italiane sempre più a rischio collasso: è quanto emerge
dall'indagine effettuata dall'ANCE e aggiornata ad aprile 2010. Il
problema dei pagamenti delle p.a. è sempre stato in Italia una
delle principali cause di fallimento di molte imprese, ma negli
ultimi mesi questo fenomeno ha assunto delle dimensioni
particolarmente preoccupanti.
L'indagine svolta ad aprile 2010 dall'ANCE presso le imprese associate, ha evidenziato come il 98% delle imprese di costruzioni che operano nel settore dei lavori pubblici subisce ritardi di pagamento da parte della Pubblica Amministrazione, di cui il 58% circa registra ritardi medi di pagamento superiori ai 2 mesi, il 30% evidenzia tempi medi di ritardo compresi fra i 3 e i 4 mesi, mentre il 28% delle imprese subisce, mediamente, ritardi superiori ai 4 mesi, con un 10% di imprese per le quali i ritardi medi superano i 6 mesi. Dati peggiori rispetto alla stessa indagine effettuata a gennaio 2009, nella quale a denunciare ritardi medi superiori a due mesi era circa il 51% delle imprese.
Tra le principali cause di ritardo, le imprese hanno evidenziato come non è un'unica causa a determinare i ritardi, ma il sommarsi di molteplici fattori come ad esempio le inefficienze amministrative, le lungaggini procedurali e le regole di contenimento della spesa. In particolare, tra le cause maggiormente indicate dalle imprese, si troviamo:
I suddetti dati, uniti ad una contingenza economica particolarmente stressata dal razionamento del credito operato dalle banche, nella migliore delle ipotesi impedisce agli operatori economici di procedere all'indispensabile programmazione delle proprie attività, mentre nel peggiore dei casi sta seriamente mettendo a rischio la sopravvivenza delle imprese.
Per cercare di risolvere il problema, il 28 aprile scorso è stata approvata, da parte della Commissione Mercato Interno del Parlamento Europeo, la proposta di Direttiva europea che prevede l'armonizzazione del termine massimo di pagamento a 30 giorni, sia per i rapporti contrattuali tra privati e Pubblica Amministrazione che per i rapporti contrattuali tra privati, nonché l'introduzione di importanti sanzioni finanziarie nel caso di ritardato pagamento, in modo da garantire un migliore livello di indennizzo per le imprese che subiscono ritardi.
In particolare, il sistema sanzionatorio, armonizzato per tutti i tipi di contratti: Privati-PA e privati-privati, prevede:
L'indagine svolta ad aprile 2010 dall'ANCE presso le imprese associate, ha evidenziato come il 98% delle imprese di costruzioni che operano nel settore dei lavori pubblici subisce ritardi di pagamento da parte della Pubblica Amministrazione, di cui il 58% circa registra ritardi medi di pagamento superiori ai 2 mesi, il 30% evidenzia tempi medi di ritardo compresi fra i 3 e i 4 mesi, mentre il 28% delle imprese subisce, mediamente, ritardi superiori ai 4 mesi, con un 10% di imprese per le quali i ritardi medi superano i 6 mesi. Dati peggiori rispetto alla stessa indagine effettuata a gennaio 2009, nella quale a denunciare ritardi medi superiori a due mesi era circa il 51% delle imprese.
Tra le principali cause di ritardo, le imprese hanno evidenziato come non è un'unica causa a determinare i ritardi, ma il sommarsi di molteplici fattori come ad esempio le inefficienze amministrative, le lungaggini procedurali e le regole di contenimento della spesa. In particolare, tra le cause maggiormente indicate dalle imprese, si troviamo:
- il rispetto delle regole del Patto di Stabilità Interno - più della metà delle imprese di costruzioni (il 52%), infatti, ha subito dei ritardi nei pagamenti a causa del Patto;
- l'inefficienza dell'Amministrazione - complessivamente,
il 68% delle imprese di costruzioni ha segnalato almeno una delle
tre cause relative all'attività dell'Amministrazione indicate
nell'indagine, ovvero:
- il 47,5% delle imprese denuncia l'eccessiva lunghezza dei tempi necessari per l'emissione del certificato di pagamento da parte della stazione appaltante;
- il 42,2% delle imprese segnala tempi lunghi per l'emissione del certificato di pagamento;
- il 28% denuncia "vischiosità burocratiche" all'interno della stazione appaltante.
- il 39,8% ha segnalato il ritardo nel trasferimento dei fondi dalle amministrazioni centrali alle stazioni appaltanti.
I suddetti dati, uniti ad una contingenza economica particolarmente stressata dal razionamento del credito operato dalle banche, nella migliore delle ipotesi impedisce agli operatori economici di procedere all'indispensabile programmazione delle proprie attività, mentre nel peggiore dei casi sta seriamente mettendo a rischio la sopravvivenza delle imprese.
Per cercare di risolvere il problema, il 28 aprile scorso è stata approvata, da parte della Commissione Mercato Interno del Parlamento Europeo, la proposta di Direttiva europea che prevede l'armonizzazione del termine massimo di pagamento a 30 giorni, sia per i rapporti contrattuali tra privati e Pubblica Amministrazione che per i rapporti contrattuali tra privati, nonché l'introduzione di importanti sanzioni finanziarie nel caso di ritardato pagamento, in modo da garantire un migliore livello di indennizzo per le imprese che subiscono ritardi.
In particolare, il sistema sanzionatorio, armonizzato per tutti i tipi di contratti: Privati-PA e privati-privati, prevede:
- il pagamento di interessi di mora maggiorati per ritardati
pagamenti: gli interessi sono calcolati con riferimento al tasso di
interesse applicato dalla Banca Centrale Europea alle sue più
recenti operazioni di rifinanziamento principali, ovvero al tasso
di interesse marginale risultante dalle procedure di appalto a
tasso variabile per tali operazioni, maggiorato di 9 punti
percentuali.
Si tratta di una penale più graduale, rispetto alla penale forfettaria del 5% prevista inizialmente dalla Commissione, che diventa più "onerosa" per la parte che ritarda nei pagamenti, a partire dal sesto mese di ritardo circa; - il pagamento di una somma forfettaria di 40 euro, a titolo di risarcimento per i costi amministrativi e burocratici che il creditore deve sostenere per ottenere il pagamento.
A cura di Ilenia
Cicirello
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