In Italia, dove i tempi di pagamento alle imprese sono tra i più
lunghi d'Europa, il problema dei ritardati pagamenti assume in
questi mesi dimensioni particolarmente preoccupanti.
La contabilità delle imprese, già fortemente stressata dal
razionamento del credito operato dalle banche, viene ulteriormente
sollecitata, in assenza del pagamento di lavori regolarmente
eseguiti, per garantire le risorse necessarie a dare continuità
all'attività imprenditoriale. In alcuni casi, è la sopravvivenza
stessa delle imprese che viene messa a rischio dalla
sottrazione di risorse finanziarie determinata dai ritardi. In
molti altri, la mancanza di certezza nei tempi di pagamento
impedisce agli operatori economici di procedere all'indispensabile
programmazione delle proprie attività.
Dall'inefficienza dell'Amministrazione (ritardi nell'emissione del
certificato o del mandato di pagamento, vischiosità burocratiche)
alle misure di contenimento della spesa pubblica, come ad esempio
le regole del Patto di Stabilità interno, sono molte le cause dei
ritardi sulle quali le istituzioni dovrebbero intervenire per
assicurare una migliore tempestività nei pagamenti della Pubblica
Amministrazione e garantire le condizioni necessarie al normale
svolgimento dell'attività imprenditoriale.
Per quantificare il fenomeno dei ritardati pagamenti della Pubblica
Amministrazione e valutare l'evoluzione dei ritardi da gennaio
2009, data del precedente monitoraggio, l'Ance ha realizzato ad
aprile 2010 una nuova indagine presso le imprese associate.
Dall'indagine emerge che il 98% delle imprese di costruzioni che
operano nel settore dei lavori pubblici subisce ritardi di
pagamento da parte della Pubblica Amministrazione.
Rispetto alla problematica situazione emersa dalla precedente
indagine (gennaio 2009) non vi è stato nessun miglioramento nei
tempi di pagamento dei lavori e per il 46% delle imprese, vi è
stato addirittura un ulteriore aumento dei ritardi nel pagamento
delle somme dovute dalla Pubblica Amministrazione.
L'accentuarsi del fenomeno dei ritardati pagamenti trova
riscontro nei dati relativi ai tempi medi di pagamento alle
imprese. Il 58% delle imprese subisce ritardi medi superiori ai
due mesi oltre i termini contrattuali, pari a due mesi e mezzo,
e per più della metà delle imprese le punte di ritardo superano i 6
mesi. Inoltre, si amplifica il fenomeno dei lunghi ritardi:
un'impresa ogni sei (il 15%) è soggetto a punte superiori ad un
anno e mezzo.
Tra le principali cause di ritardo si segnalano in particolare il
Patto di stabilità interno degli enti locali, indicato dal
52% delle imprese, e l'inefficienza dell'Amministrazione che
rallentano ulteriormente le procedure di pagamento nel 68% dei
casi. Significativo è anche l'impatto dei tempi di trasferimento
dei fondi da parte delle Amministrazioni centrali (40%).
Intervenire sul sistema sanzionatorio che oggi, in Italia, è ben
lontano dal garantire alle imprese che realizzano lavori pubblici
livelli di risarcimento in grado di compensare i maggiori costi
sostenuti dalle imprese per fare credito alle Amministrazioni
Pubbliche, costituisce una modalità per incoraggiare le istituzioni
a migliorare i processi per il pagamento delle somme dovute.
In questo senso interviene la nuova Direttiva Europea sui
ritardati pagamenti che sta concludendo l'iter di approvazione
in sede europea e la cui applicazione potrebbe dare una spinta al
miglioramento dell'efficienza della Pubblica Amministrazione
garantendo allo stesso tempo un migliore livello di indennizzo per
le imprese che subiscono ritardi.
In allegato è disponibile il risultato dell'indagine Ance sui
ritardati pagamenti della P.A. alle imprese di costruzioni
contenuta nell'Osservatorio Congiunturale sull'industria del
settore delle costruzioni (giugno 2010).
Fonte: www.ance.it
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