"Desta forti perplessità la deregulation in materia ambientale
e paesistica, così come configurata dall' emendamento pro imprese
contenuto nell'articolo 49 della Manovra Tremonti". È questo
l'allarme lanciato dal Consiglio Nazionale degli Architetti,
Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC) in relazione
al provvedimento che, in nome della semplificazione amministrativa,
consente di costruire edifici senza permessi preventivi e senza
richiedere autorizzazioni di tipo paesistico ed ambientale, in
totale contraddizione con il Codice dei Beni Culturali e,
soprattutto, con l'articolo 9 della Costituzione.
"Il CNAPPC è fortemente teso ad una efficace semplificazione in
materia edilizia di tipo responsabile, ma ritiene che, al di là
delle intenzioni del Governo, il provvedimento, così come ora
configurato, esproprierebbe di fatto le Amministrazioni Locali
delle loro prerogative connesse alla gestione delle trasformazioni
edilizie e territoriali."
"La norma "impresa in un giorno" - permettendo
l'inizio lavori senza alcun permesso autorizzativo e rimandando poi
la verifica del progetto ad eventuali controlli ex post (che le
strutture dei Comuni, fortemente sottodimensionate, non sarebbero
in grado di garantire) - escluderebbe di fatto le Pubbliche
Amministrazioni dalla gestione degli interventi che avvengono sul
territorio e potrebbe avere conseguenze potenzialmente pericolose
in relazione alla sicurezza, alla tutela del patrimonio edilizio,
alle normative di tipo edilizio, paesistico ed ambientale che
verrebbero svuotate di gran parte della propria
efficacia".
"Altra fortissima perplessità per gli Architetti italiani
- rispetto ad un provvedimento del quale non si comprende in alcun
modo la ratio - è quella relativa al coinvolgimento delle
strutture universitarie, assolutamente non dotate delle strutture e
delle competenze necessarie, nel rilascio delle Valutazioni di
Impatto Ambientale (VIA) attualmente in carico di altri Enti
competenti".
"Il CNAPPC ribadisce anche in questa occasione come il nostro
territorio, le nostre città, abbiano bisogno di piani di tutela, di
consolidamento e di sostituzione del patrimonio edilizio,
soprattutto di quella parte di edificato cresciuto nel periodo
postbellico che ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza
architettonica, urbanistica e strutturale - non di ulteriore
disordine edilizio, in contrasto con il diritto primario dei
cittadini alla "sicurezza dell'abitare" ed alla qualità del
territorio e del paesaggio che deve essere garantito da programmi
urbanistici e architettonici".
"I provvedimenti in approvazione connessi alla manovra
finanziaria sono avulsi da qualsiasi ragionamento di strategia
complessiva relativa al governo ed alla gestione del territorio e
sono ben lungi dal risolvere i problemi connessi a quella tanto
auspicata semplificazione legislativa e burocratica che
consentirebbe a professionisti ed imprese di aumentare la propria
efficienza e produttività mantenendo, al contempo, elevati livelli
qualitativi degli interventi edilizi e conservando le fondamentali
regole di sicurezza. Questi rischiano altresì di trasformarsi in
uno strumento pericoloso per il territorio italiano che, oltre ad
essere un bene culturale ed identitario ha un valore economico di
fondamentale importanza".
Fonte: Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori,
Paesaggisti e Conservatori
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