Mentre la Regione siciliana, in riferimento al decreto Bersani, sta
verificando verificare “la sussistenza di profili di
incostituzionalità o di possibile insorgenza di conflitti di
attribuzioni fra poteri dello Stato”, la Regione Veneto ha già
deciso di ricorre alla Corte Costituzionale contro una legge
ritenuta lesiva delle potestà garantite dalla costituzione alle
regioni.
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, aveva indicata
questa possibilità il 28 luglio scorso in occasione della protesta
dei professionisti facendo chiaramente intendere che non poteva
essere lui a valutare l’eventuale incostituzionalità della
legge.
La Regione Veneto è stata spinta al ricorso da molteplici
motivazioni tra le quali vengono indicate le seguenti:
- viene violata le potestà garantite dalla costituzione alle
regioni;
- non viene rispettata la carta costituzionale in materia di
professioni, di distribuzione commerciale, di distribuzione dei
farmaci , di autotrasporto non di linea e trasporto pubblico
locale.
Il ricorso alla Corte costituzionale è contro lo Stato nella
persona del Presidente del Consiglio dei Ministri Romano Prodi e
nello stesso oltre le principali contestazioni precedentemente
esposte viene chiesto, anche, che vengano ritenute illegittime le
parti che riguardano i costi degli apparati pubblici regionali e
locali e le spese di funzionamento per enti e organismi pubblici
non territoriali.
Per ultimo nel ricorso vengono ritenute inaccettabili anche gli
articoli relativi al contenimento della spesa pubblica,
all’introduzione delle norme di principio ai fini del coordinamento
della finanza pubblica, al divieto di procedere ad assunzioni di
personale a qualsiasi titolo in caso di mancato conseguimento degli
obiettivi di risparmio di spesa.
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