Registriamo una grande attenzione da parte dei nostri lettori sul
problema connesso alla determinazione n. 7 del 20 ottobre scorso
dell'Autrorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori,
servizi e forniture e recante "Questioni interpretative concernenti
la disciplina dell'articolo 34 del d.lgs. 163/2006 relativa ai
soggetti a cui possono essere affidati i contratti pubblici".
Con la determinazione in argomento l'Autorità, inequivocabilmente,
chiarisce che, alla luce della Sentenza della Corte europea,
anche le Università possono progettare.
Nelle conclusioni, infatti, l'Autorità ritiene che:
- l'elenco riportato nell'articolo 34 del D.lgs. 163/2006 non è
da considerarsi esaustivo dei soggetti di cui è ammessa la
partecipazione alle gare indette per l'affidamento dei contratti
pubblici;
- gli accordi tra amministrazioni non possono essere stipulati in
contrasto con la normativa comunitaria, in particolare non devono
interferire con il perseguimento dell'obiettivo della libera
circolazione dei servizi e dell'apertura del mercato degli appalti
pubblici alla concorrenza, nel rispetto dei principi illustrati
nella determinazione stessa.
Non sto a parlare dei commenti che abbiamo ricevuto e che sono
visibili all'indirizzo internet
https://www.lavoripubblici.it /news/…… ma non posso fare a meno
di segnalare a difesa delle libere professioni soltanto
l'intervento del Consiglio nazionale degli architetti
pianificatori, paesaggisti e conservatori che è intervenuto
sull'argomento con un comunicato stampa di dissenso.
Contestualmente segnalo l'assoluto silenzio del Consiglio nazionale
degli Ingegneri, del Consiglio nazionale dei geologi e del
Consiglio nazionale dei Geometri.
Forse non è ben chiaro a tutti che soltanto con un'azione congiunta
è possibile fare sentire la propria voce e mi chiedo che fine ha
fatto il coordinamento delle libere professioni che suddiviso tra
il
CUP (Comitato unitario professioni a cui aderisce il
Consiglio nazionale degli Architetti) ed il
PAT (Professioni
area tecnica a cui aderiscono tra gli altri il Consiglio nazionale
degli Ingegneri ed il Consiglio nazionale dei Geologi) si interessa
forse di altro.
Per altro qualcuno dei nostri lettori in un commento precisa che
"l'Ordine non deve per legge tutelare gli iscritti ad esso ed anzi,
sempre per legge, deve controllare il nostro operato verso la
comunità (vedi la legge istitutiva degli ordini professionali). Per
difendere gli interessi dei liberi professionisti ci sono i
Sindacati ma, o perché il libero professionista è uno snob, oppure
perché è fesso, queste associazioni o non sono conosciute o vengono
snobbate".
Invece i problemi sul tappeto sono in questo momento di estrema
importanza e non si comprende il motivo per cui non si riesca ad
avere una agguerrita rappresentanza delle professioni tecniche che
riesca ad interagire con il Governo e con le Istituzioni per i
problemi che riguardano:
- la riforma delle professioni tecniche;
- il ripristino di minimi tariffari per una decenza della
professione;
- interventi sul codice dei contratti;
- attiva presenza sui problemi riguardanti i titoli abilitativi
nell'edilizia privata;
- …………………..;
Ma forse i Consigli nazionali non leggono i commenti che i loro
iscritti inseriscono nelle notizie che noi ed altri media mandiamo
in rete e sul problema relativo alle possibili progettazioni delle
università così come stabilito dalla citata determinazione n. 7
dell’Autorità vale la pena segnalare quella di
Federico
Tucci che commenta la determinazione stessa affermando "Ecco un
altra batosta per i liberi professionisti. Intendiamoci, poiché
credo che i docenti universitari non devono essere dei teorici
puri, è bene che anche essi lavorino, ma una cosa è dare una
consulenza o dare un contributo alla progettazione insieme ad uno
studio tecnico che con il docente non ha nulla a che fare, un'altra
è dare la possibilità ai docenti universitari di prendere in blocco
un progetto per poi far lavorare ricercatori, neolaureati e
prossimi laureati a costo zero. Qualcuno che ha realtà con i paesi
europei e con l'America, mi può dire se li le cose stanno in questo
modo o no? Si dovrebbe inoltre aporfondire la questione perché
potrebbe puzzare di concorrenza sleale, e quindi al limite si
potrebbe ricorrere agli enti preposti della comunità europea".
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