Minimi tariffari, ribassi anomali, appalto integrato, scadenti
qualità progettuali, formazione universitaria. Questi sono alcuni
dei temi "caldi" che negli ultimi anni stanno mortificando
un'intera categoria di professionisti. Il Governo Prodi e la Legge
Bersani hanno eliminato i minimi tariffari con il conseguente
imbarbarimento del mercato professionale che ha causato,
soprattutto nel settore dei lavori pubblici, ad un continuo aumento
dei ribassi nelle gare di progettazione sino a livelli forse
neanche ipotizzati e un evidente regresso nella qualità dei
progetti realizzati (con le conseguenze che tutti conosciamo:
revisioni dei prezzi).
L'ultimo Governo Berlusconi, nonostante le evidenti diversità con
il precedente, ha continuato questo processo iniziato diversi anni
fa e che probabilmente ha come unico scopo quello di far morire
un'intera categoria professionale a favore delle grandi lobby, così
come accaduto qualche anno fa per gli artigiani e le piccole
botteghe che sono state sostituite da imprese e grandi centri
commerciali.
Nonostante l'ultimo anno si sia spesso parlato di riforma delle
professioni, di ripristino dei minimi tariffari, di snellimento del
quadro normativo tecnico e di semplificazione degli iter
burocratici, con la pubblicazione del nuovo Regolamento del Codice
dei contratti (D.P.R. n. 207/2010), che entrerà completamente in
vigore il 9 giugno 2011 e che andrà a sostituire il vecchio
Regolamenti di attuazione (D.P.R. 109/1994), sono state introdotte
delle importanti novità che riguardano l'art. 53 del D.Lgs.
163/2006, riguardanti l'appalto integrato.
Vale la pena ricordare che il D.P.R. n. 554/1994 introdusse il
principio di separazione tra la progettazione e la realizzazione
dell'opera. Principio indubbiamente accolto con particolare
soddisfazione dall'intera categoria professionale. Con il vecchio
Regolamento, il ricorso all'appalto integrato, che comporta
l'affidamento congiunto di progettazione ed esecuzione dei lavori,
era previsto esclusivamente per le opere specialistiche e comunque
appaltabili sulla base del progetto definitivo. Successivamente,
dopo numerose modifiche all'ordinamento, l'appalto integrato è
stato esteso praticamente a tutte le opere con la conseguenza che
oggi l'appalto integrato riguarda il 54% del totale degli importi
dei bandi di affidamento dei servizi di ingegneria (dato fornito
dal Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri).
Una recente intervista realizzata dal Consiglio Nazionale degli
Ingegneri al Presidente dell'Autorità di vigilanza sui contratti
pubblici,
Giuseppe Brienza, ha evidenziato i motivi che
hanno portato ad accettare l'appalto integrato nel nostro
ordinamento. In particolare, il Presidente Brienza ha evidenziato
la necessità di dover allineare la nostra legislazione a quella
europea.
"Con il varo del nuovo regolamento di attuazione del
codice dei contratti pubblici -
ha affermato il Presidente
Brienza -
le stazioni appaltanti avranno la possibilità di
ricorrere senza particolari limitazioni all'appalto integrato
complesso, che sostituisce, di fatto ricalcandone le linee
essenziali, il vecchio appalto concorso. Dovrebbe concretizzarsi il
superamento della rigida separazione tra attività di progettazione
e attività di esecuzione".
"Nel vecchio regime - ha continuato Brienza - il ricorso
all'appalto concorso era possibile solo nei casi previsti dalla
legge; la nuova normativa, invece, consentirà per tutti gli appalti
pubblici di affidare la progettazione al concorrente che partecipa
alla gara, purché l'amministrazione appaltante motivi le esigenze
tecniche, organizzative ed economiche della scelta".
La nostra riflessione, a questo punto, nasce spontanea: negli
ultimi anni, le riforme realizzate con lo scopo di "migliorare" il
mercato a favore della trasparenza e della qualità delle opere,
hanno solo portato problemi e incertezze ad un'intera categoria
professionale; è possibile che le commissioni, i vertici che
guidano le professioni di architetti, ingegneri, geometri, geologi,
periti, siano stati (fin'ora) solo dei "politici" all'oscuro di ciò
che realmente è la professione?
Preghiamo a tutti coloro vogliano partecipare al dibattito di
lasciare un commento alla notizia, nella speranza che gli stessi,
nonostante il pesante momento, siano delle riflessioni utili e non
delle inutili e sterili contestazioni.
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