Il malumore degli ordini è arrivato fino a Caorle, dove in questi
giorni si è svolta la Festa della Margherita. E dove proprio
lunedì il premier Romano Prodi aveva detto che l'opera di
“scrostamento” delle professioni, avviata da Bersani, deve
continuare.
Ma il fronte governativo non pare essere così compatto nel fare
muro contro muro con le categorie professionali. Il leader della
Margherita e vicepremier Francesco Rutelli, attraverso un
suo stretto collaboratore, per esempio, fa sapere di seguire
“con interesse l'evolversi dei fatti per farsi portavoce nella
compagine di governo delle istanze dei professionisti”.
Insomma, se da sempre Pierluigi Mantini, responsabile del
dipartimento delle professioni, ha curato i rapporti con le
categorie oltre a scrivere e aggiornare le proposte di riforma di
settore (suo il primo pdl sulla materia presentato in commissione
giustizia alla Camera e già calendarizzato), da ieri tutto il suo
partito si è impegnato nella causa comune di arrivare ad una
riforma condivisa. Presente ai lavori anche l'ex ministro del
lavoro e senatore Tiziano Treu.
Del resto, una volta di più, le professioni si sono mostrate
particolarmente agguerrite contro la politica perseguita
fino ad oggi dal governo. Come non ricordare da ultimo lo stop
all'istituzione di cinque nuovi ordini nell'area sanitaria per
esplicito volere di Bersani e altri ministri dei Ds. Non a caso a
Caorle c'erano praticamente tutti i presidenti degli ordini. Cui
Mantini ha rinnovato l'impegno di avviare da subito una nuova
stagione di confronti.
A far notare in quale caos, dopo che il dl Bersani ha eliminato
l'obbligatorietà dei minimi tariffari anche nelle gare sui lavori
pubblici, sono caduti i rapporti con le pubbliche
amministrazioni ci ha pensato per primo Raffaele Sirica,
numero uno degli architetti (ma anche del Cup, il comitato unitario
delle professioni). Che ha denunciato: “Avvertiamo una totale
confusione visto che il dl è arrivato a pochi giorni dall'entrata
in vigore del nuovo codice degli appalti. Una confusione che ci fa
temere l'avvio di contenziosi e la conseguente paralisi degli
appalti. Ci faremo carico, come se non bastasse, di fare un po' di
ordine a favore della chiarezza”. Sirica ha anche annunciato
per metà mese una riunione del Cup per mettere in campo nuove
iniziative “di proposta e protesta”.
E Armando Zingales, presidente dei chimici, ha aggiunto: “Le
liberalizzazioni devono essere un mezzo per migliorare l'esistente,
e non peggiorarlo”.
Ma anche al 51esimo congresso degli Ingegneri in corso a
Treviso si parla delle liberalizzazioni sulle quali il Centro
Studi del Consiglio nazionale degli Ingegneri ha già
predisposto i primi commenti nei quali si precisa che La
questione della legittimità degli atti normativi nazionali che
predeterminano limiti minimi e massimi delle tariffe dei liberi
professionisti è stata recentemente affrontata dalla Corte di
Cassazione che, con sentenza 28 aprile 2004 n. 8135, richiamando la
decisione della Corte di Giustizia delle comunità europee 19.2.2002
in causa C - 35/99, vincolante "ultra partes" ed "erga omnes", ha
ritenuto conforme alle disposizioni del Trattato la disposizione
interna che fissa il principio della normale inderogabilità dei
minimi degli onorari dei professionisti. D’altra parte, già nella
citata sentenza del 17.10.2003, n. 15551, la Suprema Corte aveva
precisato che: “Le tariffe professionali forensi hanno valore
vincolante. Infatti, pronunciando sulla compatibilità delle tariffe
professionali con gli articoli 5 e 85 del trattato Cee (ora 10 e
81) la Corte di giustizia con sentenza 19 febbraio 2002, n. 35 ha
affermato che i menzionati articoli non impediscono a uno Stato
membro di adottare norme che approvino, sulla base di un progetto
predisposto da un ordine professionale forense, una tariffa che
stabilisca gli onorari minimi e massimi per i membri dell'ordine, a
condizione che lo Stato eserciti a mezzo dei suoi organi controlli
nei momenti di approvazione della tariffa e di liquidazione degli
onorari”.
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