La Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9
febbraio 2011, pubblicata sul Supplemento Ordinario n. 54 alla G.U.
n. 47 del 26 febbraio 2011, fornisce indicazioni per la valutazione
e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale tutelato,
con riferimento al decreto 14 gennaio 2008 "Norme Tecniche per le
Costruzioni" (di seguito NTC) e relativa Circolare ministeriale n.
617 del 2 febbraio 2009 contenente istruzioni per la loro
applicazione.
Obiettivo della Direttiva è specificare un percorso di conoscenza,
valutazione del livello di sicurezza nei confronti delle azioni
sismiche e progetto degli eventuali interventi, concettualmente
analogo a quello previsto per le costruzioni non tutelate, ma
adattato alle esigenze e peculiarità del patrimonio culturale.
Con essa si forniscono gli strumenti necessari per formulare il
giudizio finale sulla sicurezza e sulla conservazione garantite da
eventuali interventi di miglioramento sismico.
Il documento è riferito alle sole costruzioni in muratura e i
metodi in esso descritti devono essere intesi a carattere non
vincolante.
In primo luogo, la Direttiva indica i requisiti di sicurezza e
conservazione dei beni architettonici di valore storico-artistico.
Definisce gli strumenti per la valutazione della sicurezza sismica
a scala territoriale (consistenti in metodi semplificati,
differenti da quelli utilizzati per il progetto di un intervento di
riparazione e/o miglioramento) e i criteri per valutare l'efficacia
di un eventuale intervento di riparazione e/o miglioramento. Per la
valutazione della sicurezza sismica, sono individuati tre diversi
livelli di crescente completezza:
- LV1) per le valutazioni a scala territoriale su tutti i beni
culturali tutelati;
- LV2) per le valutazioni da adottare in presenza di interventi
locali su zone limitate del manufatto (definiti nelle NTC
"riparazione o intervento locale");
- LV3) per il progetto di interventi che incidano sul
funzionamento strutturale complessivo (definiti nelle NTC
"interventi di miglioramento") o quando venga comunque richiesta
un'accurata valutazione della sicurezza sismica del manufatto.
Sono definiti inoltre gli stati limite di riferimento, che non si
riferiscono solo ad esigenze di salvaguardia del manufatto e
dell'incolumità delle persone (Stato Limite di Salvaguardia della
Vita, di seguito SLV) e di funzionalità (Stato Limite di Danno,
SLD), ma anche ai danni nei beni di valore artistico in esso
contenuti (Stato Limite di Danno ai beni Artistici, SLA). In questo
modo, la Direttiva individua i livelli di sicurezza sismica di
riferimento associati ai diversi stati limite, differenziati in
funzione delle caratteristiche proprie dei manufatti e del loro
uso, e quindi delle conseguenze più o meno gravi di un loro
danneggiamento per effetto di un evento sismico.
In secondo luogo, vengono fornite indicazioni per la definizione
dell'azione sismica, in quanto è richiesto il confronto tra
l'azione sismica che porta il manufatto allo SLV e quella attesa
nel sito con una prefissata probabilità di superamento su un
periodo di riferimento definito sulla base delle caratteristiche
del manufatto e dell'uso. Attraverso il rapporto tra i
corrispondenti periodi di ritorno si definisce infatti l'indice di
sicurezza sismica, utile per evidenziare le situazioni critiche e
stabilire priorità per i futuri interventi.
La conoscenza del manufatto deve essere acquisita tenendo presente
quanto indicato al punto C8A della Circolare n. 617 del 2 febbraio
2009, conformemente a quanto previsto dal programma per il
monitoraggio dello stato di conservazione dei beni architettonici
tutelati (Allegato A alla Direttiva).
In sintesi, il percorso della conoscenza può essere ricondotto alle
seguenti fasi, descritte in dettaglio all'interno della Direttiva e
da intendersi in modo non sequenziale ma integrato:
- Identificazione della costruzione;
- Caratterizzazione funzionale dell'edificio e dei suoi
spazi;
- Rilievo geometrico;
- Analisi storica degli eventi e degli interventi subiti;
- Il rilievo materico costruttivo e lo stato di
conservazione;
- Caratterizzazione meccanica dei materiali;
- Aspetti geotecnici;
- Monitoraggio.
Contestualmente a quest'aspetto si definiscono i fattori di
confidenza per ognuno dei livelli di approfondimento possibili
delle suddette tipologie di indagine; essi consentono di graduare
l'attendibilità del modello di analisi strutturale e tenerne conto
nella valutazione dell'indice di sicurezza sismica.
Conseguentemente la Direttiva illustra le diverse possibilità di
modellazione per la valutazione della sicurezza sismica di una
costruzione storica in muratura. In particolare definisce i metodi
di analisi sismica (statica o dinamica) e i livelli di valutazione
della sicurezza sismica LV1, LV2 e LV3. Fornisce anche indicazioni
esemplificative specifiche per l'analisi e la valutazione della
risposta sismica nel caso delle più diffuse tipologie di manufatti
tutelati (palazzi, chiese, torri, campanili, ponti, archi trionfali
ecc.) e propone modelli meccanici semplificati (LV1) per le
verifiche da eseguire sul patrimonio culturale tutelato a scala
territoriale, ai fini di una valutazione preventiva del
rischio.
Infine la Direttiva descrive i criteri per il miglioramento sismico
e le tecniche d'intervento. In particolare, definisce le strategie
per la scelta dell'intervento di miglioramento, da effettuarsi caso
per caso dando la preferenza alle tecniche meno invasive e
maggiormente compatibili con i criteri della conservazione, e
descrive nel dettaglio, con riferimento alla loro efficacia, al
loro impatto sulla conservazione (non invasività, reversibilità e
durabilità) e ai costi, le operazioni tecniche d'intervento.
Un quadro riassuntivo del percorso di valutazione della sicurezza
sismica e progetto degli interventi di miglioramento sismico è
fornito al capitolo 7 della Direttiva.
La Direttiva comprende tre allegati:
- l'Allegato A rappresenta la struttura dei dati conoscitivi
minimi necessari per la definizione del modello interpretativo
degli edifici di interesse culturale, illustrando così il programma
per il monitoraggio dello stato di conservazione dei beni
architettonici tutelati;
- l'Allegato B descrive in modo specifico il funzionamento
meccanico della muratura, l'interazione fra i diversi elementi che
compongono una costruzione storica e le possibili strategie di
modellazione strutturale;
- l'Allegato C illustra i 28 meccanismi di danno associati ai
diversi macroelementi che possono essere presenti in una chiesa; a
quest'ultimo Allegato la Direttiva rimanda per la descrizione del
modello di valutazione della risposta sismica per le chiese.
Fonte: ANCE
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