REGIONE SICILIANA PRONTA AL RICORSO

28/09/2006

Secondo l’avvocato Francesco Castaldi, dirigente dell’Ufficio legislativo e legale della Regione Siciliana, il decreto legge n. 223/2206 meglio noto come decreto “Bersani” convertito nella legge n. 248/2006, viola, per lo meno in tre articoli la potestà legislativa della Regione Siciliana, stabilita nello Statuto della Regione stessa.

La Giunta guidata dal Governatore Salvatore Cuffaro aveva chiesto agli inizi di agosto un parere all’Ufficio legislativo e legale della regione che nei giorni scorsi si è espresso precisando che potrebbero essere impugnati almeno tre articoli del decreto-legge e, quindi la legge di conversione e precisamente:
  • l’articolo 2 che interviene sugli ordini professionali con la liberalizzazione delle tariffe;
  • l’articolo 5 che prevede la liberalizzazione dell’attività dei farmacisti;
  • l’articolo 13 che contiene norme per la riduzione dei costi degli apparati pubblici regionali e locali e a tutela della concorrenza.
Per quanto concerne l’articolo 2, a parere dell’Ufficio legislativo e legale, è stata violata la potestà concorrente della regione siciliana “perché è intervenuto in maniera troppo dettagliata senza lasciare alcun margine per una ulteriore legge regionale”.
In riferimento, poi, all’articolo 5 viene sostenuto che c’è una doppia violazione e precisamente la prima sul fronte della materia sanitaria, in cui la Regione siciliana ha potestà concorrente e la seconda nei confronti del commercio, settore in cui la Regione siciliana ha potestà esclusiva.
Infine, poi, secondo i legali della Regione, nell’articolo 13 esiste una violazione degli articoli 41 e 3 della Costituzione, oltre che dello Statuto perché “ non sono stati considerati nella norma gli enti strumentali o le società partecipate dallo Stato quelle titolari di concessioni pubbliche. Va detto poi che in materia di enti strumentali la Regione siciliana ha potestà esclusiva.

Dopo il parere dell’Ufficio legislativo e legale che ha definito l’esistenza dei presupposti per un ricorso alla Corte Costituzionale, la Giunta Regionale dovrà decidere se inoltrare il ricorso ed il problema è, ora all’ordine del giorno della Giunta delle prossime settimane.

A cura di Paolo Oreto


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