Sulla Gazzetta Ufficiale n. 230 del 3 ottobre scorso è stato
pubblicato il decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262 recante:
“
Disposizioni urgenti in materia tributaria e
finanziaria”.
Il decreto-legge, entrato in vigore lo stesso 3 ottobre, con
l’articolo 6 titolato “Disposizioni in materia di imposte
ipotecaria e catastali e di registro”, interviene sulle tasse di
successione con il meccanismo dell’inasprimento delle imposte
ipotecarie, catastali e di registro.
Dallo scorso 3 ottobre, quindi, la tassa di successione ritorna
mascherata ed il Fisco torna a mettere le mani sugli atti di
liberalità e sui trasferimenti per causa di morte con un aumento
dell’imposta di registro e nel caso di immobili anche le imposte
ipotecarie e catastali;
non sono stati introdotti nuovi tributi,
ma è bastato estendere agli atti di liberalità le imposte già
esistenti.
Non è proprio la tassa di successione, quindi, ma poco ci
manca.
Il meccanismo per le donazioni e le successioni prevede una
franchigia per gli immobili trasferiti, sotto la quale si pagherà
un’imposta catastale e ipotecaria forfettaria di 168 euro.
La soglia è fissata ad un valore catastale di 180 mila euro per le
donazioni di prime case e di 250 mila euro per le successioni tra
parenti in linea retta.
Per successioni e donazioni verso parenti oltre il quarto grado
l'imposta di registro sarà del 2%, quella ipotecaria del 3% e
quella catastale dell'1%.
Per le successioni ad altre persone aumenta solo l'imposta di
registro, al 4%.
Nel caso gli immobili avessero valore più elevato della soglia,
scatteranno imposte catastali, di registro e ipotecarie, del
3%.
Dalle imposte ipotecarie e catastali non si salva, quindi, nemmeno
il coniuge, nel caso in cui gli venga donata la prima casa di
valore superiore a 180 mila euro. Nel caso di successione del
coniuge le imposte ipotecarie e catastali sono dovute se il valore
supera i 250 mila euro mentre al di sopra di tale soglia la
tassazione sarà del 3%.
Per chi non ha gradi di parentela, le imposte ipotecaria e
catastale sono sempre dovute nella misura del 3%.
Per ricevere in eredità la casa del proprio genitore o del proprio
coniuge, bisognerà pagare 168 euro fino ad un valore di 250mila
euro; il 3% sulla quota di valore eccedente i 250mila euro.
L’imposta sarà dovuta per la trascrizione dei certificati di
successione.
Per la donazione di un immobile o altri atti a titolo gratuito in
favore del coniuge o di un parente in linea retta, bisognerà pagare
168 euro fino ad un valore di 180mila euro; il 3% oltre il valore
di 180mila euro.
Per le trascrizioni in favore di soggetti diversi dal coniuge o di
parenti in linea retta, bisognerà pagare comunque il 3%.
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