La Camera, nella seduta dell’11 ottobre scorso,
blocca
l'iter per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina
eliminandolo dalla lista delle priorità.
Con 272 voti favorevoli e 234 contrari,
l'aula di Montecitorio
ha infatti approvato la mozione del centrosinistra che giudica
"
non prioritaria" la costruzione del ponte e impegna il
governo a realizzare altri interventi per il miglioramento della
viabilità nel Mezzogiorno.
Tra essi il completamento della Salerno-Reggio Calabria e il
risanamento della rete autostradale siciliana.
E’ da poco passato mezzogiorno quando la Camera dei deputati vota
una mozione del centrosinistra, primo firmatario il capogruppo
dell’Ulivo Dario Franceschini, con cui il ponte sullo stretto viene
definito
opera non prioritaria e quindi da accantonare.
Formalmente l’iniziativa di Franceschini non cambia nulla: la
società Ponte di Messina continua a lavorare e l’opera monumentale
non è detto che non si farà mai, il contratto con la cordata
guidata da Impregilo non è stato rescisso.
Ma è chiaro, invece, il senso politico del voto: al mancato
stanziamento dei fondi (una tranche di 1,4 miliardi) nel collegato
alla Finanziaria, si aggiunge una scelta politica. Il ponte non è
prioritario.
A felicitarsi per l’approvazione della mozione:
- Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente,
Territorio e Lavori Pubblici, precisando che si tratta di una
decisione ''molto positiva''. ''Ora - prosegue Realacci - è
responsabilità al Parlamento indicare la tempistica e le priorità
per avviare la realizzazione del sistema infrastrutturale del sud
del nostro paese, in particolare Sicilia e Calabria, a cominciare
dalla rete Ferroviaria, fino alla Salerno-Reggio Calabria'';
- Legambiente che parla di ''vittoria della ragione''. ''La
logica portava alla bocciatura del Ponte per motivi economici,
trasportistici, ambientali'' dice il presidente Roberto Della Seta
aggiungendo che ''lo stop imposto dalla mozione segna il prevalere
prima di tutto del buon senso contro le spinte a inutili mega-opere
faraoniche;
- i Verdi, da sempre contrari al progetto, che per bocca di
Ermete Realacci giudicano "positiva" la decisione di fermare
l'opera;
- l'Udeur, con il capogruppo Mauro Fabris, esprime soddisfazione:
"E' una chiara impostazione che l'Unione si è data con il suo
programma elettorale - ha dichiarato l'esponente del partito di
Mastella - L'impegno è di utilizzare le risorse, originariamente
previste per costruire il Ponte, per realizzare le infrastrutture
che ancora mancano in Calabria e in Sicilia e più in generale nelle
regioni meridionali che soffrono di una assenza cronica ormai di
infrastrutture".
Bocciano in pieno l'approvazione della Camera della mozione
unitaria dell'Unione: i rappresentati della Casa delle Libertà, da
Lombardo (Mpa) - che aveva promosso la "marcia su Roma" per evitare
la sospensione del progetto, ai siciliani Vizzini (Forza Italia) e
Nania (Alleanza Nazionale). "Il governo e la sua maggioranza di
centrosinistra hanno fatto una scelta da esecutivo coloniale,
contro il Sud", ha commentato il leader del Movimento per l'
autonomia, Raffaele Lombardo. "Dopo tante chiacchere - ha
dichiarato l'europarlamentare - arriva l'atto concreto che affossa
definitivamente il Ponte. Così il governo Prodi e la sua
maggioranza di centrosinistra espropriano la Sicilia e la Calabria
dell'opera pubblica più importante, la madre di tutte le
infrastrutture".
Parla di "voto contro i siciliani" il senatore azzurro Carlo
Vizzini: ''Il voto al Ponte sullo Stretto è un chiaro segnale del
Governo Prodi contro i siciliani''.
Dichiara di avere ancora qualche speranza l'esponente di Alleanza
Nazionale Domenico Nania: "Non credo che questo voto possa essere
considerato definitivo e auspico che si trovi la maniera per
rimediare e per dare alla Sicilia e al Meridione un volano di
sviluppo reale come sarebbe il Ponte.
Non si scoraggia il presidente della Regione, Salvatore Cuffaro che
afferma: ''Ribadiamo la nostra volontà alla realizzazione del Ponte
sullo Stretto avendo la possibilità di farlo utilizzando le risorse
nostre e quelle comunitarie e rivolgendoci agli investitori privati
sui mercati internazionali''. ''Dispiace -aggiunge il governatore
siciliano- che il voto di stamani alla Camera contro la
realizzazione del Ponte sullo stretto sia stato determinato in gran
parte dal voto dei deputati siciliani. Appena 18 voti sono stati
determinanti - prosegue Cuffaro- per approvare la mozione
Franceschini contraria alla realizzazione dell'opera, e fra questi
si registrano le firme alla mozione e i voti dei deputati siciliani
della maggioranza che hanno preferito agli interessi della Sicilia
e dei siciliani quelli propri e dei partiti a cui sono iscritti''.
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