220 milioni di euro sono il valore complessivo di un
programma nazionale finalizzato a interventi per la prevenzione di
frane e dissesti in tutta Italia. La cifra è stata comunicata dal
ministro dell'Ambiente
Alfonso Pecoraro Scanio che l’ha resa
pubblica lo scorso 4 novembre con una nota del suo ministero.
L'autorizzazione all’apertura di
311 cantieri dovrà
contribuire a mitigare il persistente rischio idrogeologico
perversante su gran parte del territorio italiano. L’annuncio dato
dal ministro è stato dato nella data della ricorrenza del
quarantennale dall’alluvione dell’Arno.
Per il “
Decreto per il Piano Strategico Nazionale per la
mitigazione del rischio idrogeologico 2006” che avvierà
interventi per la prevenzione da frane e dissesto sul territorio
delle regioni italiane, è previsto un impegno finanziario
complessivo di 220 milioni di euro.
"Tutti gli interventi - ha dichiarato il ministro – che sono stati
individuati nelle aree a rischio 3 e rischio 4, cioè in quelle aree
a rischio più elevato".
Nel suo comunicato, Scanio ha precisato inoltre che le opere da
finanziare sono state già definite "d’intesa con le regioni
coinvolte". Ciò al fine di un coinvolgimento operativo con le
regioni per operare con approccio strategico e attenzione alla
programmazione, due elementi fondamentali di garanzia.
Il ministro, ha aggiunto nella nota diramata, che le domande
pervenute erano tantissime e che i lavori restanti oltre i 311 già
previsti saranno seguiti successivamente, visto l’importanza
rivestita dalle opere di messa in sicurezza del territorio. La
difesa del suolo viene definita dal ministro "l’opera pubblica più
importante, e necessaria per scongiurare di dovere piangere morti
dopo eventi che possono essere evitati".
Pecoraro Scanio ha tenuto a sottolineare l’importanza delle opere
necessarie alla prevenzione del “suolo” alla luce dell'elevato
grado di rischio in Italia per sismi, frane, valanghe e alluvioni:
il 9,8% (29.517 kmq) del territorio italiano infatti viene
classificato ad "alta criticità" dagli osservatori del suo
ministero. Nel dettaglio si tratta di 12.263 kmq (4.1%) a rischio
alluvioni, 15.738 kmq (5,2%) a rischio frane e 1.516 kmq (0,5%)
valanghe.
Parte della copertura dei costi proverrà dagli stanziamenti della
finanziaria (200 milioni di euro per il 2007, 265 milioni per il
2008 e 265 milioni per il 2009) e parte (150 milioni per il 2007)
grazie alla cancellazione del progetto del “Ponte sullo stretto di
Messina. In tutto sono stati previsti 880 milioni di euro di
investimenti per i prossimi tre anni.
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