Riforma Professioni: Le risposte di Fabio Barluzzi Presidente Ordine Architetti Firenze

18/05/2012

Alla fine del mese scorso, nell'occasione della pubblicazione di un articolo sulla riforma delle professioni, in considerazione di molteplici commenti dei nostri lettori, abbiamo posto ai Presidenti del Consiglio nazionale dei Geologi, del Consiglio nazionale degli architetti e del Consiglio nazionale degli Ingegneri ed ai Presidenti degli Ordini degli Architetti di Roma, Firenze e Torino alcune domande che hanno avuto, le puntuali risposte di:
  • Gianvito Graziano, Presidente del Consiglio nazionale dei geologi;
  • Armando Zambrano, Presidente del Consiglio nazionale degli Ineggneri;
  • Riccardo Bedrone, Presidente dell'Ordine degli Architetti di Torino.
  • Fabio Barluzzi, Presidente dell'Ordine degli Architetti di Firenze;

Abbiamo pubblicato nei giorni passati le risposte di Gianvito Graziano, Presidente del Consiglio nazionale dei Geologi, quelle di Armando Zambrano, Presidente del Consiglio nazionale degli Ingegneri e quelle di Riccardo Bedrone Presidente dell’Ordine degli Architetti di Torino e pubblichiamo, oggi, le risposte di Fabio Barluzzi, Presidente dell’Ordine degli Architetti di Firenze.

D. Ritiene giusta una riforma della professione che modifichi l'attuale struttura regolata da norme che sono abbondantemente datate e che superi le attuali connotazioni in Consigli provinciali e Consiglio Nazionale?
R. L'Ordine degli Architetti di Firenze è favorevole ad una importante riforma della professione, una proposta elaborata da noi e che abbiamo presentato anche durante il convegno di Torino. La figura degli Ordini provinciali concepita negli anni 20 del secolo scorso - nata quando il numero degli architetti era così esiguo da rappresentare un'élite di professionisti - non è più al passo con la figura, le aspettative e le necessità della società contemporanea e degli architetti. La proposta presentata a Torino nasce da un ponderato studio delle commissioni dell'Ordine di Firenze, dove la partenza è scaturita dai risultati di un questionario sulla professione inviato a tutti gli iscritti dell'ordine.

D.Ritiene che l'attuale legge elettorale dei consigli provinciali e nazionali sia idonea a rappresentare i professionisti e che la stessa, con la possibilità di creazione di cordate, dia una possibilità quasi nulla di rappresentanza alle minoranze
R. Per quanto riguarda il sistema elettorale, va necessariamente fatto un distinguo tra l'elezione dei consigli provinciali e quello del consiglio nazionale. Mentre all'interno dei consigli provinciali non ci sono ostacoli all'ingresso e alla rappresentanza delle varie compagini o dei singoli candidati, purché in grado di raccogliere consensi elettorali. Il metodo di votazione adottato per il consiglio nazionale (molto complesso) permette e anzi favorisce/obbliga la formazione di cordate o accordi in fase pre elettorale. Certo all'interno del consiglio nazionale l'ingresso o la rappresentanza di minoranze è assai improbabile.

D. Ritiene corretto un unico albo con gli stessi diritti e con gli stessi doveri in cui possano confluire sia i liberi professionisti che i dipendenti?
R. Diciamo innanzitutto che gli Ordini si occupano della tutela dei doveri dell'architetto e non dei diritti. Proprio da ciò nasce l'esigenza di indirizzarsi verso una riorganizzazione della macchina ordinistica. Differenziare gli iscritti all'interno dell'albo in base al fatto che svolgano l'attività lavorativa come professionisti piuttosto che come dipendenti è una strada percorribile, a patto che si stabiliscano prima le regole del gioco e gli ambiti di applicazione. Questa distinzione, oltre che andare in una direzione di maggior chiarezza e trasparenza, aiuterebbe a limitare l'offerta di prestazioni professionale da parte di tecnici dipendenti che spesso sfociano in problematiche di tipo deontologico.



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