Nonostante si stia, finalmente, ampliando l’utilizzo del
fotovoltaico come fonte di energia alternativa, rimangono ancora
dei problemi di base che non consentono la sostituzione di questa
fonte a quelle tradizionali.
I problemi principali possono essere riassunti in due semplici
punti:
- basso rendimento;
- alto costo.
Gli incentivi dello Stato nulla possono per trovare una soluzione a
dei problemi che solo la razionalità, lo studio e l’applicazione
della mente umana possono superare.
Il costo del silicio, materia prima necessaria per il funzionamento
dei pannelli fotovoltaici, continua a crescere giorno dopo giorno,
come se a nessuno importasse il rispetto e il miglioramento
dell’ambiente (unica e sola risorsa a noi insostituibile).
Per ovviare a questi problemi, si sta sviluppando sempre più
velocemente, in particolar modo negli USA, un nuovo tipo di
fotovoltaico: il fotovoltaico concentrato.
Attraverso nuove procedure di conversione dell’energia è possibile
rendere il fotovoltaico realmente conveniente migliorando
l'efficienza delle celle solari e al contempo diminuendo la
quantità di silicio necessario a realizzarle.
La particolarità di questo nuovo tipo di fotovoltaico è che usa per
la concentrazione della luce dispositivi ottici e robotizzati
combinati con chip molto efficienti a grande capacità di
conversione della luce in elettricità.
Molte grosse aziende stanno puntando su questa tecnologia, in
particolar modo la giapponese Sharp, la Spectrolab, la quale
produce celle fotovoltaiche per le missioni spaziali della Nasa, e
le californiane Solfocus e Energy Innovations.
Questo tipo di celle sono migliori di quelle normali in quanto
hanno tre strati di materiali differenti che riescono a catturare
una maggiore quantità di spettro luminoso rispetto al solo
silicio.
Utilizzando altri materiali, infatti, tra questi anche la plastica
e alcuni metalli, si potrebbe diminuire notevolmente le dimensioni
degli impianti (circa il 50%) e gli investimenti necessari per
realizzarli - anche perché i materiali in questione sono molto meno
costosi.
Ancora la strada è lunga, ma sono due le vie seguite dai
ricercatori: concentrare la luce e seguire il movimento del sole
per massimizzare le prestazioni.
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