Subappalto e pagamenti diretti: una legge per tutelare le PMI della filiera
ASSISTAL propone una norma per evitare azioni revocatorie e garantire certezza nei contratti pubblici per piccole e medie imprese
Sebbene il subappalto rappresenti l’ossatura di numerose opere pubbliche, dietro la complessa catena di forniture e prestazioni, molte imprese hanno vissuto negli ultimi anni un vero paradosso: ricevere pagamenti regolari dalle stazioni appaltanti e, successivamente, vederseli revocare a causa di contenziosi fallimentari che non le riguardavano direttamente.
Una distorsione che ha messo in difficoltà soprattutto micro, piccole e medie imprese — spesso subappaltatrici o subfornitrici — e che oggi spinge il sistema imprenditoriale a chiedere una correzione normativa chiara e definitiva.
Subappalto: la proposta di legge sui pagamenti diretti
Per superare l’incertezza interpretativa, ASSISTAL – l’associazione aderente a Confindustria che rappresenta il settore impiantistico, del facility management e dei servizi di efficienza energetica (ESCo) – sostiene una proposta di legge che intende eliminare il rischio di revocatoria fallimentare sui pagamenti diretti ai subappaltatori e subfornitori.
Il testo chiarisce che i pagamenti effettuati dalle stazioni appaltanti, previsti dalla legge o dai contratti, devono essere considerati “pagamenti normali”, non soggetti a revoca.
Una puntualizzazione che avrebbe effetti concreti e immediati quali:
- tutelare la liquidità delle imprese della filiera;
- escludere il rischio di restituzione di somme già utilizzate per manodopera e forniture;
- garantire la continuità operativa dei cantieri pubblici.
Pagamenti diretti come presidio di equilibrio economico
Il pagamento diretto al subappaltatore, previsto dal Codice dei contratti pubblici, è nato per garantire regolarità, trasparenza e tracciabilità dei flussi finanziari.
Una funzione che secondo ASSISTAL va oggi rafforzata: non solo come misura anticrisi, ma come strumento di tenuta del sistema produttivo, capace di sostenere la sostenibilità economica di chi lavora “a valle” delle grandi commesse.
Secondo l’associazione, si tratta di un intervento di buon senso, necessario per evitare che le imprese virtuose vengano travolte da vicende fallimentari altrui e per preservare la stabilità dell’intera filiera: “Auspichiamo che la proposta sia presto condivisa dalle forze politiche – ha dichiarato Roberto Rossi, presidente di ASSISTAL - riconoscendo la piena legittimità di una prassi fondamentale per la tenuta del settore e per la fiducia delle imprese nel sistema degli appalti pubblici”.
Nel quadro del d.Lgs. n. 36/2023, la sua approvazione rappresenterebbe un passo avanti verso un sistema di subappalto più equo e sostenibile e, secondo il presidente Rossi, per rafforzare la fiducia delle imprese nel sistema degli appalti pubblici e per valorizzare il lavoro di una filiera strategica per il Paese.
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