Superbonus: oltre 11 miliardi già spesi nel 2023 per interventi di riqualificazione energetica

La conferma dai dati del Centro Studi CNI, che invita il Governo a una profonda riforma del sistema per continuare a garantire il risanamento del patrimonio edilizio italiano

di Redazione tecnica - 15/04/2023

A marzo 2023 la spesa per interventi di risparmio energetico sugli edifici residenziali utilizzando le detrazioni Superbonus 110% o 90% si è attestata a 5,5 miliardi di euro: uno dei valori mensili più elevati di sempre, secondo solo agli 8 miliardi totalizzati a settembre 2022. Una cifra che, sommata ai 2,8 miliardi di gennaio 2023 e di 3,2 miliardi a febbraio, porta a oltre 11 miliardi la spesa già sostenuta quest'anno per interventi di riqualificazione energetica, nonostante le preoccupazioni sollevate dal Governo e le difficoltà determinate, a fine 2022, dal cambiamento delle norme per l’utilizzo delle agevolazioni fiscali.

Superbonus e riqualificazione del patrimonio edilizio: i nuovi dati del Centro Studi CNI

Non si ferma quindi la corsa agli interventi, come confermano i dati delle analisi effettuate dal Centro Studi CNI. È probabile che la marcata accelerazione registrata negli ultimi mesi sia proprio l’effetto del cambiamento continuo di norme e modalità di fruizione di questo tipo di bonus avvenuto a fine 2022. Molti proprietari hanno probabilmente cercato di deliberare i lavori per rientrare ancora nell’alveo delle detrazioni al 110% e non ritrovarsi a fare i conti con la nuova detrazione al 90% o addirittura a rinunciare agli interventi di ristrutturazione.

Estendendo l'analisi al periodo compreso tra gennaio 2022 e marzo 2023, in cui la spesa ha fortemente accelerato rispetto a quanto rilevato nel solo 2021, il Centro Studi rileva che gli investimenti in Superecobonus si sono attestati a 57,8 miliardi di euro. Questa cifra avrebbe attivato almeno 121 miliardi di produzione aggiuntiva nel sistema economico, contribuendo direttamente per 33 miliardi di euro alla formazione del Pil e coinvolgendo 613mila unità di lavoro dirette (operanti cioè nel settore edile, dei servizi tecnici e nell’indotto). Si stima che la spesa totalizzata nel solo 2022 abbia contribuito alla formazione dell’1,4% del Pil dello scorso anno.

Inoltre con gli interventi Superecobonus fino ad oggi realizzati è possibile ottenere un risparmio energetico di 1,2 miliardi di metri cubi standard di gas/anno, pari al 48% dei metri cubi standard che il Governo ha inteso risparmiare nella stagione invernale 2022-2023 per far fronte alla crisi energetica in atto. Il CNI ha precisato che si tratta comunque di stime di massima, utili a contestualizzare la portata della spesa per Super ecobonus, e che forse possono consentire di rivedere in modo radicale le politiche di risanamento del patrimonio edilizio italiano.

Superbonus: rivedere le politiche fiscali per garantire la riqualificazione energetica

Il riferimento è alle preoccupazioni sollevate dal Governo in merito al disavanzo generato da tali livelli di spesa. Il CNI quindi riconosce che gli interventi per l’efficientamento energetico vanno radicalmente ridefiniti, coniugandoli tuttavia con gli obblighi di ristrutturazione che verranno imposti dalla UE con la EPBD (c.d. "Direttiva Green") per il risanamento energetico degli edifici.

Da questo punto di vista, sottolinea il Centro Studi, la strada appare oggi non solo molto stretta ma anche molto incerta. L'invito al Governo è quindi di partire da una analisi più ampia ed oggettiva rispetto a quanto fatto finora, dei pro e dei contro dell’esperienza del Superecobonus: "Se è vero, ad esempio, che questi ultimi hanno generato un disavanzo consistente, almeno una parte di questo disavanzo è stato “abbattuto” dal gettito fiscale derivante dalle opere di ristrutturazione, un aspetto che tuttavia, anche da parte delle Istituzioni e delle Agenzia che dispongono di dati puntuali sulle entrate fiscali, appare difficile quantificare".

Sul report è intervenuto Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNI: " i dati ci fanno capire che il flusso di spesa per Super ecobonus sta accelerando anziché diminuire. Con il cambio delle regole “in corsa” operato a novembre 2022, e nonostante la questione dei crediti incagliati, il Governo sembra avere ottenuto l’effetto contrario a quello previsto, ovvero ridimensionare la domanda di bonus per l’edilizia. Operando nei cantieri, riteniamo però che a breve la domanda di interventi di ristrutturazione profonda dovrebbe ridimensionarsi. Quello che è certo, però, è che parallelamente a questo ridimensionamento della domanda di Super bonus, dovrebbe aprirsi una fase di profonda ridefinizione di questi incentivi”.

Aggiunge il presidente del Centro Studi CNI, Giuseppe Margiotta: “La ristrutturazione energetica e la ristrutturazione in chiave antisismica sono temi cruciali che il nostro Paese sta ancora affrontando confusamente, nonostante la necessità di concordare una strategia precisa con l’Unione Europea. Dall’esperienza degli ultimi anni abbiamo capito due cose essenziali: che occorre definire con esattezza quale sia lo stato effettivo degli edifici sia in termini di dispersione energetica che in termini di sicurezza antisismica e che qualunque piano di ristrutturazione dovrà essere accompagnato da un Fondo costituito da risorse finanziarie pubbliche che consenta almeno ai meno abbienti di affrontare gli obblighi di ristrutturazione concordati in sede europea”.

 

 

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