Abusi edilizi e ante '67: il TAR interviene sui limiti della sanatoria

Nessuno sconto per un edificio abusivo degli anni ’50 radicalmente modificato nel tempo: non basta invocare la preesistenza ante ’67, serve la prova della legittimità originaria

di Redazione tecnica - 09/10/2025

Un edificio costruito negli anni Cinquanta, ma modificato nel corso dei decenni, può essere oggi sanato? E fino a che punto le trasformazioni successive possono compromettere la prova della preesistenza ante ’67? È sufficiente dimostrare che una parte dell’immobile fosse già esistente prima della “legge ponte”, o occorre provare la legittimità complessiva dell’attuale consistenza?

Come chiarisce il TAR Campania con la sentenza del 2 ottobre 2025, n. 6549, la risposta è negativa, riaffermando il principio secondo cui non è sanabile un manufatto che, pur originariamente esistente, sia stato oggetto di radicali modifiche non documentate e non conformi alla disciplina urbanistica dell’epoca.

Edificio anni '50 modificato nel tempo: non invocabile l'ante '67

Nel caso in esame, la ricorrente aveva presentato domanda di riesame del diniego di condono edilizio relativo a un fabbricato realizzato negli anni Cinquanta, per il quale era stata presentata istanza ai sensi della legge n. 47/1985 (c.d. “primo condono edilizio”).

Il Comune, tuttavia, aveva respinto la domanda, ritenendola “dolosamente infedele”, per l'evidente discrasia tra i dati originariamente dichiarati (un’abitazione di circa 98 mq) e quelli successivamente integrati (due unità abitative per complessivi 177 mq di superficie utile e 141 mq non residenziale).

La proprietaria sosteneva che il fabbricato fosse ante ’67 e quindi non soggetto a licenza edilizia, poiché ubicato in zona periferica non pianificata all’epoca. Tuttavia, le verifiche comunali avevano accertato che l’area ricadeva già dal 1954 in territorio dotato di PRG e che quindi l’obbligo di licenza edilizia era vigente ben prima della legge n. 765/1967 (“cd. legge ponte”).

Inoltre, le aerofotogrammetrie del 1966 mostravano la presenza di un manufatto con sagoma ridotta e non corrispondente a quella attuale.

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