L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento
dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Gennaio 2007;
l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed
impiegati si è, dunque, attestato per il mese di Gennaio
2007 sul valore di 128,5 con una piccola variazione
positiva rispetto a quello del mese precedente.
La variazione mensile è stata dello +0,100% e quella annua
dell'1,5%. Ai fini della determinazione del trattamento
di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15
Gennaio 2007 ed il 14 Febbraio 2007, occorre rivalutare la
quota accantonata al 31 Dicembre 2006 dello 0,18341%. Per
quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al
75%, si è attestato all'1,125% e l'indice biennale al
2,775%.
L'Istat spiega che, nel mese di gennaio 2007, per quanto
concerne l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e
impiegati, gli aumenti congiunturali più significativi si
sono verificati nei capitoli Comunicazioni (più 0,5 per
cento), Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (più
0,4 per cento per tutti e quattro), Prodotti alimentari e
bevande analcoliche e servizi ricettivi e di ristorazione (più
0,2 per cento per entrambi).
Variazioni nulle si sono verificate nei capitoli
Abbigliamento e calzature, Mobili, articoli e servizi per la
casa, Servizi sanitari e spese per la salute, Ricreazione,
spettacoli e cultura e Altri beni e servizi.
Variazioni negative si è registrata nel capitolo
Trasporti e Ricreazione, spettacoli e cultura (meno 0,1 per
cento per entrambi).
Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati
nei capitoli Bevande alcoliche e tabacchi (più 4,9 per
cento), Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (più
4,1 per cento) e Prodotti alimentari e bevande analcoliche
(più 2,6 per cento)
Variazioni tendenziali negative si sono registrate nei
capitoli Comunicazioni (meno 5,3 per cento) e Servizi
sanitari e spese per la salute (meno 1,6 per cento).
Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti
tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle
città di Genova (più 2,3 per cento), Bari (più 2,2 per cento) e
L'Aquila (più 2,0 per cento); quelli più moderati hanno riguardato
le città di Trieste e Firenze (più 1,1 per cento per entrambe),
Aosta (più 1,3 per cento) e Ancona (più 1,4 per cento).
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