E’ trascorsa una settimana dal Consiglio dei Ministri di venerdì
scorso e non è, ancora noto il testo ufficiale del decreto-legge
“Sblocca Italia”,
All’interno dell’ultima versione del provvedimento ed, in
particolare, nel Capo III rubricato come “
Misure urgenti in
materia ambientale per la mitigazione del rischio
idrogeologico” in particolare al comma 8 dell’articolo 7 una
novità relativamente all’accelerazione della progettazione degli
interventi necessari. Nel dettaglio il testo è il seguenrte “
Per
le attività di progettazione ed esecuzione degli interventi di
mitigazione del rischio idrogeologico di cui agli accordi di
programma stipulati con le Regioni ai sensi dell’art. 2, comma 240,
della legge 23 dicembre 2009, n. 191, i Presidenti delle Regioni,
nell’esercizio dei poteri di cui all’art. 10 del decreto legge 24
giugno 2014, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 11
agosto 2014, n. 116, possono avvalersi, sulla base di apposite
convenzioni per la disciplina dei relativi rapporti, di società in
house delle amministrazioni centrali dello Stato dotate di
specifica competenza tecnica.”
Sull’argomento riceviamo un cominicato stampa di Gian Vito
Graziano, Presidente del Consiglio nazionale dei geologi che,
giustamente, esprime il proprio “
dissenso per l’ipotesi
ventilata di procedere a progettazioni in house, attraverso società
partecipate dello Stato. In Italia le opere sono bloccate per colpa
di una burocrazia senza limiti”.
Il Presidente Graziano Aggiunge quanto segue: "
Esprimiamo
apprezzamento per l'attenzione del Governo sul tema del dissesto
idrogeologico, ma non possiamo non esprimere un profondo dissenso
per l'ipotesi ventilata di procedere a progettazioni in house,
attraverso società partecipate dello Stato.
La situazione di blocco delle opere e la conseguente perdita dei
finanziamenti non avvengono certo per mancanza di responsabilità
dei professionisti, ma piuttosto per colpa di una burocrazia senza
limiti.
Proprio in un campo così delicato come quello della lotta al
dissesto idrogeologico, dove abbiamo necessità di acquisire
progetti di qualità, non comprendiamo la ratio di un provvedimento
grave nei confronti del mondo delle professioni, un settore già sin
troppo penalizzato dalla crisi economica. La progettazione di
un'opera rappresenta l'esito finale di un processo molto articolato
e complesso, frutto di una attività in cui la sfera intellettuale e
la capacità organizzativa sono aspetti complementari.
I professionisti italiani hanno dato prova di saper affrontare con
competenza e responsabilità queste questioni, di sapere gestire
problematiche, criticità e competenze differenti.
Abbiamo più che mai bisogno di conferire al progetto
caratteristiche di coerenza con il contesto esterno, di conformità
delle scelte, e, non ultima, di soddisfazione delle esigenze della
committenza e della comunità alla quale l'opera è destinata. Tutto
questo i professionisti italiani sanno farlo ed anche
bene."
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