Indagine conoscitiva sul Codice dei contratti: Continuano oggi le audizioni al Senato

28/11/2018

Continuano oggi all’8a Commissione (Lavori Pubblici, Comunicazioni) le audizioni relative all'indagine conoscitiva sull'applicazione del codice dei contratti pubblici. Oggi saranno auditi i rappresentanti:

  • dell'OICE - Associazione delle organizzazioni di ingegneria, di architettura e di consulenza tecnico-economica;
  • di FEDERCONSUMATORI - Federazione nazionale di consumatori e utenti;
  • di FINCO - Federazione industrie, prodotti, impianti, servizi ed opere specialistiche per le costruzioni.

Le audizioni odierne fanno seguito a quelle del 20 novembre 2018 dei rappresentanti:

Restano, ancora, le audizioni di 30 soggetti (leggi articolo) e crediamo che con questo ritmo potranno essere ultimate soltanto nei primi mesi del 2019.

I tempi, quindi, per la revisione del Codice dei contratti si allungano ed, in queste condizioni, è ipotizzabile che dovremo attendere, ancora, parecchi mesi per capire quale strada il Governo vorrà prendere.

Nel frattempo, ad un’attività dell’ANAC abbastanza puntuale che continua a predisporre linee guida, delibere ed aggiornamenti, molto spesso non vincolanti, fa da controaltare il silenzio del Ministero delle Infrastrutture sugli adempimenti più importanti non ancora pubblicati e ci riferiamo, tra l’altro:

  • alla qualificazione delle stazioni appaltanti e delle centrali di committenza di cui all’articolo 38 del Codice; ci chiediamo che fine ha fatto il DPCM, previsto al comma 2 del citato art. 38 che entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore del codice (entro il 18 luglio 2016) avrebbe dovuto definire i requisiti tecnico organizzativi per l’iscrizione all’elenco delle stazioni appaltanti qualificate, in applicazione dei criteri di qualità, efficienza e professionalizzazione. A distanza di oltre un anno tutto tace;
  • ai nuovi livelli di progettazione di cui all’articolo 23 del Codice; per tali nuovi livelli (progetto di fattibilità tecnica ed economica, progetto definitivo e progetto esecutivo) avrebbero dovuto essere definiti i contenuti della progettazione,

mentre arrivano segnali inquitanti su provvedimenti di modifica del Codice inseriti all’interno di provvedimenti che nulla hanno a che vedere con il Codice stesso; ci riferiamo a quanto previsto all’interno della legge di bilancio presentata dal Governo alle Camere relativamente alla Centrale per la progettazione delle opere pubbliche ed alla novità di centrali uniche appaltanti che coinciderebbero con il territorio provinciale o metropolitano e, quindi, con i Comuni non capoluogo di provincia che dovrebbero ricorrere alla stazione unica appaltante costituita presso le province e le città metropolitane per gli appalti di lavori pubblici.

Ma, ormai, dal 4 marzo è tutto avvolto da una sottile nebbia e assistiamo soltanto a dichiarazioni di facciata mentre nessuno di noi sa quale strada utilizzeranno Governo e Parlamento per intervenire, con urgenza e senza remore su un Codice che è ritenuto, più o meno da tutti, una delle cause dello stallo di un comparto che potrebbe essere da traino per la ripresa.

A cura di arch. Paolo Oreto



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