Sblocca Cantieri e Codice dei contratti (D.Lgs. n. 50/2016): torna l'appalto integrato

03/05/2019

Una delle più interessanti e criticate modifiche apportata dal Decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32 (c.d. Sblocca cantieri) al D.Lgs. n. 50/2016 (c.d. Codice dei contratti) riguarda la liberalizzazione dell'appalto integrato fino al 2021.

L’art. 1, comma 1, lett. ll) del Decreto Sblocca Cantieri prevede, infatti, la modifica dell’art. 216, comma 4-bis del Codice dei contratti, inserendo dopo il primo periodo, i seguenti: "Il divieto di cui all'articolo 59, comma 1, quarto periodo, non si applica altresì per le opere i cui progetti definitivi siano approvati dall'organo competente entro il 31 dicembre 2020, con pubblicazione del bando entro i successivi dodici mesi dall'approvazione dei predetti progetti. Il soggetto incaricato della predisposizione del progetto esecutivo non può assumere le funzioni di direttore dei lavori in relazione al medesimo appalto".

Ricordiamo che l’art. 59, comma 1, quarto periodo del Codice prevede che “E' vietato il ricorso all'affidamento congiunto della progettazione e dell'esecuzione di lavori ad esclusione dei casi di affidamento a contraente generale, finanza di progetto, affidamento in concessione, partenariato pubblico privato, contratto di disponibilità, locazione finanziaria, nonché delle opere di urbanizzazione a scomputo di cui all'articolo 1, comma 2, lettera e). Si applica l’articolo 216, comma 4-bis”.

In questo modo, il divieto di appalto integrato non si applica per le opere i cui progetti definitivi siano approvati dall'organo competente entro il 31 dicembre 2020, con pubblicazione del bando entro i successivi dodici mesi dall'approvazione dei predetti progetti. Ciò vuol dire che l’appalto integrato potrà sarà libero fino al 2021.

Con le modifiche introdotte all’articolo 23, comma 3-bis del Codice dei contratti viene, anche, previsto che nel caso di lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, ad esclusione degli interventi di manutenzione straordinaria che prevedono il rinnovo o la sostituzione di parti strutturali delle opere o di impianti, è possibile procedere all’affidamento dei lavori sulla base del progetto definitivo.

Sull'argomento "appalto integrato" molto critico era stato il Presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANACRaffaele Cantone che in una nostra recente intervista aveva affermato "Le mie perplessità sull’appalto integrato restano immutate; io credo che un appalto di lavoro ben fatto deve partire da una buona progettazione che sia anche “indipendente”; nell’appalto integrato la commistione fra progetto ed opera rischia di incidere sulla qualità dei lavori. Del resto con il codice si era rinunciato all’appalto integrato non certo per capriccio, ma proprio sulla scorta di una esperienza non positiva maturata. Si torna indietro, fra l’altro, non perché si contesta la giustezza della scelta ma perché le stazioni appaltanti (non tutte per la verità) non si sono adeguate ed organizzate rispetto alla novità. Ciò detto, credo potesse essere utile ritornare ad utilizzare l’istituto per attività oggettivamente meno complesse, ma se le nuove norme, come risulteranno anche dalla conversione, lo faranno rientrare a pieno titolo, non credo si debba considerare un dato positivo. Lo voglio dire con chiarezza, sbloccare le opere può essere un obiettivo accettabile, ma farle bene è l’obiettivo vero da perseguire con un codice dei contratti pubblici!".

Molto critico anche il vicepresidente del Consiglio Nazionale degli Architetti PPC Rino La Mendola che alla nostra redazione aveva definito l'appalto integrato una "procedura anomala, che relega il progetto ad un ruolo marginale nel processo di esecuzione delle opere pubbliche; una procedura che potrebbe ingannevolmente apparire più snella, in quanto consente l’affidamento dei lavori in mancanza di un progetto esecutivo. Ma questo finisce inevitabilmente per alimentare, da un lato, un numero sempre più allarmante di casi in cui si registra la mancata coerenza tra livelli successivi della progettazione e, dall’altro, nuove varianti in corso d’opera, contenziosi ed opere incompiute. Per noi i lavori devono essere affidati solo a fronte di un progetto esecutivo di qualità".

Diametralmente opposto il giudizio dell’ing. Raffaele Zurlo, Amministratore di parte italiana di BBT SE - Galleria di Base del Brennero, che aveva definito l'appalto integrato "un ottimo strumento che può essere felicemente impiegato nella realizzazione di progetti infrastrutturali particolarmente impegnativi, in particolare laddove il successo del progetto è fortemente legato alla scelta del metodo costruttivo ed all’organizzazione logistica dei cantieri. In queste materie, l’apporto del know-how da parte delle imprese di costruzioni più qualificate, sin dalla fase di gara, non può che giovare al successo del progetto".

A cura di Redazione LavoriPubblici.it



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