17/03/2020
A seguito delle ultime discussioni in merito alla necessità di mantenere aperti i cantieri e dopo aver scritto un articolo relativo alle responsabilità normative previste dalle leggi in vigore, cosciente che le complessità dei cantieri (dai piccoli a quelli giù grandi) necessitano un'attenzione particolare che coinvolge diverse figure, ho da tempo invitato i nostri lettori (la maggior parte professionisti e imprese) ad utilizzare il loro buonsenso per comprendere cosa fare in questo momento di particolare emergenza.
Emergenza che al momento non trova norme speciali e contingenti ma che può essere affrontata utilizzando, come detto, il buonsenso e le norme in vigore. Mai come in questo momento, in cui i dispositivi di protezione individuale da coronavirus sono introvabili e gli spostamenti dovrebbero limitarsi alle attività improrogabili, sarebbe opportuno mantenere aperti soltanto i cantieri che riguardano le strutture sanitarie e quelli per la messa in sicurezza, rinviando a tempi migliori la riapertura. Chiaramente il tutto facendo attenzione ai titoli edilizi, alla clausole contrattuali e nella speranza che tutti possano responsabilmente fare il proprio dovere mettendosi a disposizione dell'intera collettività.
Ricevo e pubblico integralmente il comunicato della Rete delle Professioni Tecniche che fa il punto della situazione, illustrando nel dettaglio il protocollo da attivare per la sicurezza dei cantieri.
Il comma 7 dell’art. 1 del DPCM 11 marzo 2020 “Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull'intero territorio nazionale”, dedica un riferimento particolare alle attività professionali. In tale ambito, però, le attività del Direttore dei Lavori, del Responsabile dei Lavori e del Coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione assumono un carattere particolare perché solo in minima parte possono essere svolte da remoto; la loro attuazione concreta avviene per il tramite di ispezioni nei cantieri e di un confronto diretto con le maestranze, i fornitori, e più in generale con la complessa articolazione di un cantiere.
L’emergenza causata dal Covid-19, con la relativa adozione del Dpcm 11 marzo 2020, pongono un problema relativo all’attività nei cantieri, con particolare riferimento ai compiti del Direttore dei Lavori, del Responsabile dei Lavori e del Coordinatore per la fase di sicurezza in fase di esecuzione. A questo proposito, la RPT ha esposto la propria posizione ufficiale attraverso una lettera inviata al Premier Giuseppe Conte, al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli e al Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli.
La RPT rileva che le attività del Direttore dei Lavori, del Responsabile dei Lavori e del Coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione assumono un carattere particolare perché solo in minima parte possono essere svolte da remoto. La loro attuazione concreta avviene attraverso ispezioni nei cantieri e il confronto diretto con le maestranze, i fornitori, e più in generale con la complessa articolazione di un cantiere. Il Dpcm non prevede espressamente la sospensione delle attività produttive connesse alla realizzazione di un’opera ma solo di quelle che possono essere assimilate alle attività di un “reparto aziendale non indispensabile alla produzione”. Tutte le altre attività di cantiere, dunque, possono proseguire, ed in particolare quelle che hanno attinenza a specifiche situazioni di urgenza o di gestione dell’emergenza (edilizia ospedaliera, infrastrutture strategiche, opere legate alla ricostruzione post sisma).
A parere della RPT, quindi, non esistono allo stato obblighi generalizzati di sospensione delle attività di cantiere, anche se appare utile condividere con tutti gli attori del processo la possibilità di una loro interruzione per il tempo di cogenza del DPCM 11 marzo 2020. In questo contesto, la natura dei compiti specifici del Direttore dei Lavori, del Responsabile dei Lavori e del Coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione, individuano in queste ultime due figure quelle più direttamente legate alla predisposizione, prescrizione e controllo di procedure idonee ad attivare forme di contenimento del contagio nel cantiere.
Ferma restando la necessità di valutare ogni azione caso per caso, la RPT ritiene comunque opportuno attenersi al protocollo operativo di seguito indicato:
Con successive comunicazioni, in raccordo con i Ministeri competenti e la filiera delle Costruzioni, la RPT diffonderà ogni ulteriore raccomandazione utile alla gestione dei cantieri in questa fase emergenziale.
A cura di Ing. Gianluca Oreto