17/11/2020
Sin dagli atti preparatori del Decreto Legislativo 18 aprile 2016, n. 50 (c.d. Codice dei contratti pubblici) era chiaro a tutti quanto non fosse chiara l'intenzione del Governo relativamente alle norme che riguardano il subappalto.
Chi ha seguito l'evoluzione dell'art. 105 del Codice dei contratti, ricorderà certamente il balletto sulla percentuale di subappalto massima che in pochi giorni cambiò di valore parecchie volte fino al suo valore stabilito al 30% ma anche fino alla pubblicazione del D.L. n. 32/2019 (c.d. Sblocca Cantieri), convertito in Legge n. 55/2019, che ha stabilito una disciplina transitoria fino al 31 dicembre 2020 fissando tale percentuale al 40%.
Al quadro normativo così delineato si sono poi aggiunte:
A questo c'è da aggiungere:
Da segnalare poi l'intervento dell'Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE) che ha evidenziato le difficoltà delle imprese ad operare in un sistema in cui ogni stazione appaltante applica regole differenti e in cui è difficile organizzare il lavoro.
“Il subappalto è ormai vittima di una visione asfittica e priva di strategia, con gravi ripercussioni economiche e sociali - denuncia il Presidente Ance, Gabriele Buia - Le norme sono peraltro in netto contrasto con la disciplina europea tant’è che ci sono già due sentenze che mettono in mora l’Italia sul subappalto a cui però nessuno finora ha dato seguito. Come se il nostro senso di appartenenza all’Europa fosse a fasi alterne, solo quando ci fa comodo”.
Il risultato, segnala il presidente dell’Ance, “è che ormai ogni stazione appaltante decide in modo diverso, chi invoca la disciplina europea chi applica le previsioni italiane, ben più restrittive, creando così il caos assoluto”. A farne le spese sono soprattutto gli operatori economici, sottolinea Buia, “che non riescono più a comprendere come organizzare la propria azienda”.
Per il Presidente Ance, “è arrivato dunque il momento che il Mit mantenga gli impegni assunti e che convochi al più presto un tavolo sul subappalto per definire un nuovo quadro normativo solido, trasparente ed efficiente che contribuisca all’avvio dei cantieri”.
Ricordiamo anche la posizione del Vicepresidente Ance con delega alle opere pubbliche, Edoardo Bianchi, che in tempi non sospetti, quando il Codice dei contratti era ancora in fase embrionale, proprio sul subappalto aveva richiesto a gran voce regole chiare e una scelta a cui le imprese si sarebbero solo adeguate. Chiarezza che purtroppo, com'è facile capire, non è mai arrivata.
A cura di Ing. Gianluca Oreto