Modulistica edilizia e Salva Casa: cosa devono fare Comuni e professionisti in assenza di aggiornamenti?
Il decreto Salva Casa impone l’uso di modulistica edilizia aggiornata. Cosa succede se Comuni e Regioni non recepiscono l’accordo?
In un Paese in cui la “semplificazione amministrativa” rischia spesso di tradursi in maggiore confusione operativa, l’aggiornamento della modulistica edilizia prevista dal decreto Salva Casa avrebbe potuto rappresentare una concreta opportunità per garantire uniformità normativa, chiarezza procedurale e strumenti omogenei a disposizione dei professionisti tecnici.
Decreto Salva Casa: un’Italia a due velocità
E invece, come spesso accade, si è creata una situazione a due velocità:
- da un lato Regioni che hanno tempestivamente recepito l’Accordo del 27 marzo 2025 (Rep. atti n. 35/UE);
- dall’altro quelle che non l’hanno ancora fatto e gli Enti locali fermi, disorientati o, peggio, silenti.
Il punto di partenza è chiaro: la Legge n. 105/2024 di conversione del D.L. n. 69/2024 (Salva Casa) ha introdotto rilevanti modifiche al d.P.R. n. 380/2001 (Testo Unico Edilizia), agendo su 4 macro-aree:
- lo stato legittimo degli immobili o delle unità immobiliari (u.i.), ovvero la condizione alla base per qualsiasi intervento edilizio;
- la disciplina dei cambi di destinazione d’uso (adesso più chiara rispetto al recente passato);
- la gestione delle difformità edilizie (tolleranze, ante 77, agibilità sanante e sanatoria semplificata);
- l’adeguamento degli standard urbanistici (recupero sottotetti, edilizia libera e agibilità).
Tutte disposizioni che, per essere applicate in modo uniforme sul territorio nazionale, avrebbero richiesto l’immediato aggiornamento della modulistica edilizia. Un aggiornamento che, paradossalmente, è arrivato solo dieci mesi dopo l’entrata in vigore del decreto-legge, a dispetto della sua proclamata “urgenza”.
L’adeguamento, o meglio le istruzioni per procedere all’adeguamento della modulistica edilizia sono, invece, arrivate a fine marzo 2025 con una precisa roadmap che avrebbe condotto:
- le Regioni ad adeguare entro il 9 maggio;
- i Comuni ad adeguarsi entro il 23 maggio.
Attenzione: l’accordo del 27 marzo non ha fornito tutte le istruzioni per l’aggiornamento della modulistica al Salva Casa. Sono rimaste fuori le indicazioni per l’aggiornamento della “segnalazione certificata di agibilità” che arriveranno con un futuro accordo in conferenza unificata.
Le Regioni che hanno già recepito
Alcune Regioni hanno rispettato i tempi, approvando delibere formali e aggiornando la documentazione:
- Piemonte – D.G.R. 20 maggio 2025, n. 4-1118;
- Sicilia – D.A. 14 maggio 2025, n. 123/GAB;
- Toscana – Decreto 14 maggio 2025, n. 10133;
- Umbria – D.G.R. 14 maggio 2025, n. 439;
- Lazio – Determinazione 9 maggio 2025, G05745;
- Basilicata – D.G.R. 8 maggio 2025, n. 246;
- Liguria – D.D.G. 7 maggio 2025, n. 3295;
- Campania – D.G.R. 6 maggio 2025, n. 252;
- Lombardia – D.G.R. 15 aprile 2025, n. XI/4246.
Nello Speciale Testo Unico Edilizia abbiamo attivato la sezione “Modulistica edilizia post Salva Casa” in cui troverete tutti gli aggiornamenti regionali.
Chi non lo ha fatto, invece, ha lasciato i Comuni senza indicazioni. Ma questo non giustifica alcuna inerzia.
L’obbligo dei Comuni
L’accordo del 27 marzo 2025 ha espressamente previsto che i Comuni sono tenuti ad adottare i moduli standardizzati entro il 23 maggio 2025 anche se la Regione non ha ancora deliberato. Un principio chiaro, che chiama in causa la responsabilità delle amministrazioni locali, spesso prime a lamentare l’eccesso di burocrazia e poi lente nel garantire l’attuazione delle norme che dovrebbero semplificarla.
L’adozione della nuova modulistica non è facoltativa: è un obbligo, e come tale non può essere ignorato.
Va precisato, inoltre, che in assenza sia del recepimento regionale che dell’adeguamento comunale, i professionisti potranno ugualmente predisporre autonomamente i moduli necessari alla presentazione delle istanze. Lo ha affermato chiaramente il TAR Lombardia (sentenza 30 aprile 2025, n. 1501): il Comune è obbligato a ricevere e istruire le pratiche edilizie, anche se presentate su moduli redatti dal tecnico, purché contenenti le informazioni richieste dalla normativa vigente.
Un principio che rafforza il ruolo del professionista e al tempo stesso ricorda alle amministrazioni che il mancato aggiornamento della modulistica non può costituire causa ostativa al procedimento.
Conclusioni
Il Salva Casa ha innescato una trasformazione normativa che, per produrre effetti concreti, ha bisogno di strumenti applicativi chiari e condivisi. La modulistica è uno di questi. Le Regioni che hanno già recepito l’Accordo rappresentano un esempio virtuoso; quelle che ancora mancano all’appello rallentano l’attuazione di una riforma già operativa per legge.
Ma il vero nodo è la responsabilità dei Comuni, chiamati ad applicare la normativa anche in assenza di indicazioni regionali. Non possono più attendere: devono attivarsi, aggiornare i moduli e rendere effettiva la semplificazione promessa. E se tutto resta fermo, saranno i tecnici – ancora una volta – a fare un passo avanti, assumendosi l’onere di redigere moduli conformi alla legge. Perché la burocrazia può anche bloccarsi. Il diritto, no.